Cronaca / Como città
Martedì 09 Dicembre 2025
I “buttadentro” non mollano: caccia ai turisti in viale Geno
Como Richiami continui mentre si passeggia, ma il Comune li ha vietati. Situazione diversa in piazza Duomo e piazza Volta: nessuno chiama i clienti
Mentre Como si avvia a chiudere un altro anno segnato da numeri turistici in crescita, si fa anche il bilancio delle nuove regole introdotte per gestire una città sempre più affollata. Tra le misure approvate nel 2025, una delle più discusse è il divieto per i locali di ricorrere ai cosiddetti buttadentro: quelle figure, spesso camerieri o promotori dei locali, che fermano i passanti insistendo per invitarli a sedersi ai tavoli. Una scelta che ha rappresentato un cambio di passo atteso da tempo e che, nelle intenzioni dell’amministrazione, mira a restituire maggiore decoro e tranquillità alle vie più frequentate.
«Cosa vuole mangiare stasera?»
Ma qual è oggi la situazione reale nei punti più critici della città? Il test effettuato tra le zone più frequentate: piazza Duomo, piazza Alessandro Volta e viale Geno, restituisce un quadro a due velocità. Se nelle prime due aree il messaggio sembra essere stato recepito, viale Geno resta il fronte più difficile da governare.
Lungo la passeggiata del lago, infatti, la presenza dei buttadentro è ancora evidente. I camerieri continuano ad attirare i passanti anche da distanze considerevoli, talvolta persino dall’altro lato della strada, in aperta violazione delle nuove indicazioni che vietano ogni forma di “adescamento” attivo e soprattutto a distanza. Le scene si ripetono con puntualità: «Signorina, cosa vuole mangiare stasera?», «Hey bella, vuoi un pranzo?», «Spaghetti con le vongole, vieni a vedere il menù». Ai gruppi di turisti, spesso riconosciuti al volo, ci si rivolge direttamente in inglese, francese o spagnolo, con approcci talvolta educati, altre volte più insistenti.
A confermare che la pratica sia tutt’altro che scomparsa non sono solo le osservazioni dirette ma anche le esperienze di chi passeggia sul lungolago. In un caso, dopo aver rifiutato l’invito di un buttadentro, questo ha immediatamente rivolto la stessa richiesta al gruppo che seguiva a pochi passi di distanza, cambiando lingua e tono nel tentativo di non lasciare “scappare” potenziali clienti. Un comportamento che rende evidente quanto la normativa, per ora, non abbia modificato le abitudini più radicate. Alla domanda sulla nuova regolamentazione, non manca chi prova a minimizzare. Alcuni operatori affermano di «lavorare qui da sedici anni» e di «non importunare nessuno», pur continuando, nei fatti, a fermare i passanti. Un atteggiamento che evidenzia la distanza tra la percezione degli addetti ai lavori e quella dei cittadini o dei turisti, spesso spiazzati da richiami così diretti.
Poca sicurezza
C’è poi un tema legato alla sicurezza. In un tratto come viale Geno, dove la carreggiata è stretta e il traffico è continuo, il richiamo improvviso di un cameriere può indurre un turista ad attraversare senza guardare, creando situazioni potenzialmente rischiose. Non si tratta dunque solo di decoro urbano, ma anche di prevenzione.
Decisamente diverso il quadro in piazza Duomo e piazza Volta. Qui sembra che ormai i buttadentro non ci siano più: nessuno posizionato davanti alle insegne, nessun cameriere impegnato a bloccare i passanti o a proporre piatti del giorno. Complice probabilmente anche il flusso costante di clienti, che tiene occupato il personale di sala, ma il fatto resta: in queste zone la nuova regola, di fatto, è rispettata.
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