I due fratelli medici di base. «Noi a Como dall’Abruzzo»

La storia Davide e Dario Rodorigo, 28 e 29 anni e l’ambulatorio in via Recchi. «Ci stiamo specializzando, ma possiamo assistere fino a mille pazienti»

Davide e Dario Rodorigo, due giovani medici di famiglia under trenta, sono due fratelli e da poche settimane hanno preso servizio in città e stanno aprendo un ambulatorio condiviso in via Recchi. Arrivano dalla provincia dell’Aquila e hanno scelto Como per lavorare e mettere radici. Ma anche per dare nuova linfa ad una professione che continua a perdere pezzi. Nella nostra provincia rispetto al numero di assistiti da coprire manca circa un medico di medicina generale su tre. In questo momento storico assistiamo al picco dei pensionamento a fronte di pochi nuovi laureati.

Passione e lavoro

«Stiamo ancora facendo il corso di specializzazione – racconta Dario, 29 anni – con il tirocinio al Sant’Anna. Ma nel mentre la Regione ha dato la possibilità ai giovani medici di assistere fino a mille pazienti. Per guadagnare e per dare una mano al sistema sanitario. Tra lezioni, vaccini e influenza non è facile barcamenarsi. Bisognerebbe snellire le incombenze burocratiche per dare più spazio alla clinica per tornare a fare le visite a domicilio seguendo e conoscendo davvero da vicino i pazienti. Ciò nonostante io credo nel mio lavoro. La speranza è che il sistema trovi un nuovo equilibrio».

Molto dipenderà dalla curva demografica e dalle scelte politiche sulla futura formazione medica. Nel mentre però con qualche nuovo innesto la rete dei medici di base, almeno nel capoluogo, sembra destinata a resistere ancora per qualche anno. Al contrario in provincia i buchi sono ormai enormi. Como nel concorso che hanno fatto i fratelli Rodorigo è considerata un ambito carente, una zona dove troppi ambulatori sono vuoti. «Io e mio fratello abbiamo scelto Como perché a livello paesaggistico è tra le più belle città che abbiamo mai visto – racconta Davide, 28 anni – la nostra intenzione è restare qui in riva al lago. È un luogo tranquillo. Le persone hanno un carattere riservato. Ci vuole tempo per conquistare la fiducia dei pazienti, ma noi siamo solo agli inizi. La figura del medico onnisciente non esiste più. Penso sia un bene che i cittadini percepiscano la salute come un argomento sul quale hanno diritto alla conoscenza. Dunque dobbiamo dialogare con consapevolezza». I fratelli Rodorigo sono subentrati a medici storici di Como andati in pensione, per esempio la dottoressa Graziella Tagliabue.

Tutto in condivisione

Prendere casa in affitto zona Valduce e pagare per lo studio in via Recchi non è economicamente semplice. Il caro vita a Como pesa. I due fratelli si stanno sostenendo vicendevolmente. Sembrano molto legati. Si sono laureati lo stesso giorno e non sembrano temere i tanti ostacoli che attendono la carriera di medico di famiglia. «Certo le difficoltà sono molte – dice Davide – per esempio le liste d’attesa e la difficoltà di trovare posti liberi per visite ed esami. Tutto sta virando verso il privato, è nostro compito è anche quello di evitare che le persone smettano di curarsi per ragioni economiche».

Ad Assago domani si terrà un nuovo concorso per l’accesso al corso triennale di formazione per la medicina generale. Gli ammessi sono poco più di 700, di sicuro non molti per coprire l’intero fabbisogno. Al netto dei promossi poi non tutti accettano il nuovo ruolo. Tra i partecipanti ci sono non solo giovani neo laureati, ma anche molti specialisti esperti stufi dei turni e delle notti nei reparti. Delle forze che quindi verranno, bene che vada, sottratte agli ospedali, anch’essi a corto di professionisti sanitari.

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