
(Foto di archivio)
La sentenza Dalla Cassazione colpo di spugna alle condanne per gli autori di un furto in abitazione . Avevano sottratto 19mila euro. Ma siccome avevano le chiavi serviva la querela dei derubati
Le donne e gli uomini delle pulizie non possono essere condannati per furto in appartamento in quanto ai «fini della sussistenza» di questo reato «è necessario che l’introduzione nell’appartamento» della vittima avvenga «senza il consenso dell’avente diritto». Cosa che non è attribuibile ad una colf o ad un addetto delle pulizie in quanto in possesso delle chiavi degli appartamenti per volere dei padroni di casa. Ed inoltre, per arrivare alla contestazione del «furto in appartamento», deve «esserci un nesso finalistico tra l’introduzione nella casa e l’impossessamento della cosa mobile». In altre parole, non solo bisogna introdursi con la forza ma anche con l’intento di rubare qualcosa. Altrimenti, al massimo può essere contestato il furto con querela di parte, ma non la fattispecie di cui parlavamo all’inizio, ovvero il furto in appartamento.
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