I pendolari: «Pretendiamo servizi che non ci penalizzino». Raccontateci la vostra esperienza sui treni

Uil del Lario Ogni giorno si muovono 190mila pendolari: «Così si agevola lo spopolamento e si ostacola il turismo». Nell’articolo un box per raccogliere testimonianze

Trasporto pubblico, lavoratori penalizzati: «I disservizi sono inaccettabili».

La Uil del Lario interviene sulle tante difficoltà che hanno registrato nelle ultime settimane i treni, ma anche il trasporto pubblico su gomma.

«Sul Lario la distanza fra promesse (pubbliche) e ritardi (sempre più frequenti) – commenta Dario Esposito, coordinatore della Uil - rischia di diventare il biglietto più caro da pagare per tutti pendolari comaschi e lecchesi. Una situazione che da mesi, decine di migliaia di pendolari che per motivi di lavoro o studio giornalmente si ritrovano in viaggio, sono costretti a subire per la disattenzione di Trenord». Inutile ricordare i recenti guasti, le cancellazioni e lo sciopero che hanno impedito a studenti e lavoratori di raggiungere in orario università e aziende.

Mesi di disagi

Disservizi e ritardi anche infrastrutturali che colpiscono chi lavora e un ceto medio già alla prova con il caro affitti. I prezzi delle case alle stelle, ricorda la Uil, rendono molte località del lago e in particolare il capoluogo inaccessibile a chi ha firmato un contratto e vorrebbe stabilirsi qui. Tornando però ai numeri, spiega sempre la Uil del Lario, l’emergenza non è solo di queste settimane. Da mesi, secondo il sindacato, Trenord non garantisce collegamenti affidabili.

«Ebbene – ragiona Esposito - raggiungere la sede lavorativa senza altro disagio che sopportare l’onere economico degli abbonamenti dovrebbe essere un diritto di ogni lavoratore. È doveroso pretendere questo da Trenord: un servizio che non penalizzi il tessuto sociale lariano e non agevoli lo spopolamento della provincia comasca e lecchese, senza ostacolare il futuro indotto economico turistico».

I numeri

Stando ai dati camerali sono circa 72mila i lavoratori che ogni mattina entrano nella nostra provincia, mentre sono 120mila i pendolari comaschi che escono per raggiungere la sede del lavoro o l’università. Di questi 31mila si dirigono verso Milano, 22mila verso la Brianza, 31mila verso il Ticino e 10mila fanno la spola tra Como e Lecco. E purtroppo non va meglio a chi per spostarsi usa la macchina o sale sui bus. «Da anni – evidenzia Dario Ripoli della Uil trasporti Lario - il nostro settore è in crisi, i lavoratori si lamentano per le gravi carenze dei treni, tra ritardi e corse saltate. Il traffico su gomma fa la sua parte, non bastasse non si trovano più autisti per garantire le corse dei bus. Si ricorre così alla cessione in subappalto, non ricevendo però la stessa qualità della gestione diretta. Con spesso una differenza retributiva tra il personale in sostituzione, rispetto agli addetti dell’azienda appaltante. Senza dimenticare le ricadute sulla turnazione e quindi sulla vita privata degli autisti che devono effettuare molte, troppe ore di lavoro straordinario. I tempi della giornata non sono adeguati, anzi sono svantaggiosi per il personale. La retribuzione non copre i costi di un affitto medio a Como e per molti il bilancio diventa assolutamente insostenibile».

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