«I social rendono i ragazzi soli». Dibattito sui disagi giovanili

Al Gallio Don Giusto, l’ex questore e Azienda Socialea confronto su un tema sempre più delicato

«Ragazzi resi sempre più soli dai social che li illudono di essere uniti e minori stranieri che non vengono educati. Accade anche a Como. Quale progetto educativo ha il Comune per i minori stranieri? Siamo sotto zero, la nostra proposta educativa è squallida in tutta Italia, ma così non si guarda al futuro. Il minorenne straniero che arriva ha bisogno di tantissima istruzione».

Le parole sono di don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio, intervenuto martedì sera all’incontro al collegio Gallio, dal titolo “Le criticità giovanili”, organizzato dal Lions Club Como Host. Con don Giusto, Giuseppe De Angelis, già questore Como, Andrea Caldarini, direttore Azienda Sociale Medio Alto Lago. Le parole del don sono state chiare sui ragazzi di oggi, che, come hanno confermato gli altri relatori, sono soli, facili prede di social e ludopatia e se stranieri con poca possibilità di essere educati.

Prima di don Giusto, Andrea Caldarini ha avviato la discussione con la sua ricca analisi “Quello che i giovani non dicono” su criticità giovanili quali: silenzio in famiglia, solitudine, ludopatia: «Stando in silenzio alimentiamo il disagio dei giovani che vivono in solitudine - ha detto Dagli 11 anni molti non sanno relazionarsi con gli altri. Tanti giovani non hanno vissuto le relazioni prima del covid e soffrono: valori e ideologie annientate li portano a soddisfare immediatamente i propri bisogni. Da qui il disagio. I giovani non vedono il futuro ed è colpa degli adulti. Genitori iperprotettivi, declino delle responsabilità, i ragazzi non si sentono mai dire no. Bisogna salvare una generazione dal nulla, dal mondo parallelo della rete in cui si immergono. Parliamo con loro, tiriamo fuori ogni loro talento. Anche la scuola deve cambiare, includere, incuriosire e non riempirsi solo di multimediale». Caldarini ha schiacciato anche il tasto dell’abuso di alcol e della ludopatia: «La provincia di Como è la seconda dopo Pavia per la spesa per il gioco d’azzardo».

Recuperare autorità adulta e capire che l’immigrazione è una risorsa i cardini dell’intervento di De Angelis: «Il disagio dei ragazzi è complesso. Come diceva la scrittrice Tamaro - ha detto l’ex questore - ai giovani si apparecchia un banchetto dove i genitori sono i camerieri. Noi genitori non dobbiamo essere loro camerieri, ma riferimento, regole. Il problema dell’accoglienza dei minori stranieri è invece anche economico, ma l’Italia non capisce che l’immigrazione è ricchezza: ci serve forza lavoro che non abbiamo. Detto ciò, l’accoglienza va fatta con regole, legalità senza scandalizzarsi se si deve espellere chi non la rispetta. E invece in Italia si gioca una partita politica sulla pelle della gente e la politica non ci rappresenta più».

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