I vaccini a Como
Oltre 200 le vite
salvate dal Covid

È la proiezione delle stime elaborate dalla Bicocca sugli over 60 e, di questi, 165 riguardano gli ottantenni. A livello regionale 2.120 decessi e 5mila ricoveri in meno

Più di 200 vite comasche salvate dai vaccini tra gli over 60.

Secondo le stime fornite dall’Università Bicocca alla Regione la campagna vaccinale nel panorama lombardo ha evitato da gennaio alla scorsa settimana 2.120 decessi tra i cittadini oltre i 60 anni di cui 1.710 oltre gli 80 anni. Facendo le debite proporzioni il professor Giovanni Corrao, ordinario di Statistica medica dell’ateneo milanese autore delle proiezioni, stima nel nostro territorio numeri sovrapponibili. Dunque 202 vite salvate dalle vaccinazioni tra i comaschi oltre i 60 anni di cui 165 tra gli over 80.

Effetto vaccinazioni

Il vaccino a Como oggi difende la quasi totalità degli ospiti delle Rsa, circa nove grandi anziani su dieci, l’87% dei settantenni e l’80% dei sessantenni. Senza il siero, da gennaio a giugno, gli accademici ipotizzano un quarto delle morti in più rispetto a quanto è realmente accaduto nella nostra provincia. «Sono approssimazioni che però rendono l’idea dell’importanza della vaccinazione – spiega il professor Corrao – e che oltre alle vite risparmiate devono prendere in considerazione per esempio i tanti casi finiti in Terapia intensiva, con procedure invasive, dolorose e invalidanti». Circa 300 ricoveri in rianimazione in meno in Lombardia sempre negli ultimi sei mesi, 5mila ricoveri nei reparti ordinari risparmiati e 10mila infezioni in meno.

L’Università Bicocca ha costruito una piattaforma per la Regione per monitorare i dati del contagio e delle vaccinazioni. I ricercatori sono così stati in grado di calcolare altre interessanti percentuali. Ricevuta una dose, la probabilità di essere contagiato cala dell’84%, del 90% con due dosi. Il tasso di ricoveri dopo una dose scende del 90% e del 97% a ciclo completato, il rischio di finire in Terapia intensiva del 97% a una dose e addirittura del 99% dopo il richiamo. Il pericolo di non superare la malattia con una prima vaccinazione cala del 93% e del 99% con l’intero ciclo vaccinale. «Questo è il quadro a oggi – precisa però Corrao – costruito analizzando i dati attuali. Non sappiamo invece immaginare cosa accadrà nei prossimi mesi, le variabili sono ancora tante. Per esempio la diffusione di varianti più resistenti e aggressive, la copertura delle vaccinazioni e la durata delle difese anticorpali».

La paura per le varianti

L’ultima incognita quindi in vista dell’autunno riguarda le varianti quella “indiana” in particolare. «A giugno si conferma che la variante prevalente in Lombardia è quella inglese, la cosiddetta variante alpha - ha detto a tal proposito la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare Letizia Moratti - con il 64% dei casi. I dati sulle varianti indiane, sono due la delta e la kappa, ci dicono che sono diffuse, rispettivamente, con una percentuale del 3,2% e dello 0,8. Infine la variante sudafricana è al 2%». Rispetto a una settimana prima la variante indiana ha quasi triplicato la sua incidenza ed ha dimostrato di essere più rapida e trasmissibile e in parte resistente alle prime dosi vaccinali. «Ma la copertura vaccinale - ha specificato Moratti - funziona anche per le varianti e, pertanto, è sempre fondamentale vaccinarsi. In questo periodo, abbiamo deciso di sequenziare tutti i positivi per vedere di tenere sotto controllo le varianti».

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