Il lago diventa “tropicale”: a Como acqua a 28 gradi

L’ondata di caldo In profondità e in alto lago temperature più basse. L’esperto: «I pesci sono sottoposti a stress termico e proliferano le alghe»

Como

Fare il bagno nel lago una volta voleva dire sfidare un’acqua un po’ freddina, in questi giorni invece in superficie ci sono quasi 30 gradi.

Che le temperature del lago stiano salendo lo si legge anche nei bollettini diffusi da Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente che monitora lo stato di salute del nostro bacino d’acqua. Ma il fenomeno è in corso da anni.

Lo studio

«In uno studio pubblicato nel 2017, a cui Arpa Lombardia ha contribuito - spiega Pietro Genoni, responsabile per Arpa dell’unità operativa Laghi - si stima un incremento delle temperature delle acque superficiali, nel periodo estivo, pari a 0,03 gradi all’anno, nell’arco del trentennio 1986-2015. Il valore misurato dall’Agenzia nel bacino di Como, in occasione dell’ultima campagna di monitoraggio, il 24 giugno, è risultato pari a 28,5 gradi a 0,5 metri di profondità».

A inizio luglio le temperature in acqua sono di nuovo salite. Più freddo l’alto lago, con 23,2 gradi ieri nelle acque di Dervio.

Il nostro lago, spiegano gli esperti, sta diventando più tropicale e in superficie le temperature stanno aumentando. La conseguenza è una vita più difficile per molte tipologie di pesci tradizionalmente presenti, anche collegata all’esplosione delle alghe. Infatti, a giorni sono attese diffuse fioriture che coloreranno le acque non solo di verde.

In profondità invece il lago di Como continuerà ad essere freddo: la più marcata differenza tra gli strati produrrà una mancata circolazione. L’acqua dunque tenderà a non rimescolarsi. L’assenza di ossigeno nei bassi strati produrrà un ambiente meno adatto alle forme viventi.

«Un lago meromittico, cioè in cui le acque superficiali non si mescolano con quelle più profonde – dice Genoni - è caratterizzato da un’elevata concentrazione di sali disciolti nello strato più profondo, denominato monimolimnio. Il monimolimnio, a causa della presenza di acque a maggiore densità rispetto a quelle dello strato superiore è permanentemente separato da quest’ultimo con cui non si rimescola mai». Succede nel lago d’Iseo o in quello d’Idro, meno nei grandi laghi. Ma anche i bacini idrici mutano secondo i cambiamenti climatici.

Habitat poco idonei

«I pesci così sono sottoposti innanzitutto a stress termico – spiega l’esperto - Per le specie più sensibili l’incremento di temperatura delle acque riduce gli habitat a loro idonei. Anche il decremento dell’ossigeno negli strati profondi, che spesso si verifica durante la stratificazione termica, riduce ulteriormente la disponibilità di ambienti adatti alla vita dei pesci. Infine è vero che elevate temperature e assenza di vento favoriscono lo sviluppo di fioriture algali, in particolare di cianobatteri».

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