Il malore, poi la caduta fatale dalla moto. Luca: dagli amici un minuto di silenzio

L’incidente di Albate “Nani” Casali è stato uno dei fondatori e delle anime della Vasca Fbc. Al “Gigi Meroni” il lungo applauso per salutarlo

Un minuto di silenzio assoluto. Di quei momenti di tempo sospeso, di fiati trattenuti, di occhi lucidi. Poi un lungo, fragoroso e liberatorio applauso. Che ha saputo dar via libera a qualche lacrima. Così gli amici della Vasca hanno voluto ricordare Luca “Nani” Casali. Morto a 57 anni dopo un incidente stradale sulla Canturina. Ad Albate. Incidente che, con ogni probabilità, è stato causato da un malore. Un probabile aneurisma. Che ha fatto perdere a Casali il controllo della moto, finita a terra. Con lui, scaraventato contro lo spartitraffico di fronte a piazza Tricolore.

L’affetto degli amici

Forse al “Gigi Meroni” ci sarebbe stato anche lui, ieri, ad assistere al pareggio della “sua” Vasca contro l’Albate Calcio. Vasca Fbc che è scesa in campo con il lutto al braccio. La squadra stretta in un abbraccio a centrocampo durante il minuto di silenzio.

Comasco di nascita e di studi, Casali era di quelli che animano le serate in compagnia, che sanno trascinare gli amici e che gli amici cercano, nonostante sapesse essere ruvido, come spesso lo sono le persone di carattere. Era stato tra i fondatori e le anime ispiratrici della Vasca Fbc, con Marco Ronchetti, altra figura storica della città scomparso tre anni fa in conseguenza di un tumore. Dopo la laurea in giurisprudenza, aveva fatto tutto tranne che esercitare il diritto. Piuttosto aveva dato voce alle proprie passioni: ha fatto il critico musicale su La Provincia, scrivendo soprattutto di punk e heavy metal, ha fatto il rappresentante di vini, si è occupato di auto e moto storiche, ma anche di opere di modernariato.

Da qualche tempo Casali aveva scelto di vivere nelle Marche, a Monte Grimano in provincia di Pesaro Urbino. Perché è lì che vive sua figlia Lucrezia ed è vicino a lei che ha voluto stabilirsi. Ma tornava spesso a Como, dove c’erano gli affetti e gli amici. E dove c’è sua madre, Marisa, e sua sorella Roberta.

Era rientrato per partecipare alla festa degli ottant’anni della madre, la scorsa settimana. Per l’occasione era anche tornato al Sinigaglia, per assistere alla vittoria degli azzurri contro il Bari. Venerdì scorso, poco prima delle 23, stava rientrando a casa - a Trecallo - in sella alla sua Honda Pacific Coast. Quando, ad Albate, ha avuto l’incidente che gli è costato la vita.

Con ogni probabilità quella caduta, del tutto autonoma, è stata provocata da un malore. Il sospetto dei medici, che lo hanno anche operato d’urgenza nella notte tra venerdì e sabato, è che Casali possa aver avuto un aneurisma. E che, in seguito a questo, abbia perso conoscenza e sia caduto rovinosamente a terra. I primi soccorritori intervenuti lo hanno trovato in arresto cardiaco. Lo hanno rianimato a lungo, quindi al Sant’Anna si è cercato di salvarlo con un’intervento d’urgenza. Ma già la mattina successiva è stato chiaro che non ci sarebbe stato nulla da fare. Sabato sera è morto.

Ancora la magistratura non ha dato il nulla osta per la sepoltura. Difficilmente, però, ci sarà un’autopsia: l’incidente non ha coinvolto nessun altro. Quindi forse già oggi la salma sarà restituita alla famiglia per la camera ardente e poi per i funerali (che si terranno a San Giuseppe), la cui data non è ancora stata fissata.

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