Il Nobel per la chimica «amico di Como». Il professor Casati: «Per quattro anni alla nostra scuola estiva»

Scienza Omar Yaghi alla Lake School più volte. A giugno lezione sul tema che gli è valso il premio. «Segno del valore delle nostre iniziative. E speriamo torni da noi nel 2027 per una conferenza»

Como

Per anni ospite delle Como Lake School of advanced studies organizzate da un consorzio di università lombarde in città, Omar M. Yaghi è stato insignito ieri del premio Nobel per la chimica. Un premio arrivato grazie al lungo lavoro di ricerca che ha portato lo studioso di origini giordane, (attualmente insegna presso l’Università della California, Berkeley, negli Stati Uniti), insieme agli altri due premi Nobel per la chimica, Richard Robson e Susumu Kitagawa, a sviluppare strutture molecolari capaci di produrre acqua in ambienti molto secchi e addirittura desertici, ma anche di immagazzinare gas tossici, catturare anidride carbonica e portare a diverse altre reazioni chimiche.

L’ambito di ricerca

Si tratta dei Mof, ovvero “reticoli metallorganici”, strutture molecolari formate da metalli e componenti organici che possono essere utilizzate per applicazioni in campo energetico, medico, ambientale e industriale.

«La loro caratteristica principale è proprio questa porosità: hanno un’ampia superficie e una bassa densità e possono avere applicazioni molto pratiche perché sono in grado di conservare o filtrare le sostanze» spiega Giulio Casati, fisico comasco e tra i fondatori dell’Università dell’Insubria, nonché organizzatore proprio di quelle Como Lake School che Yaghi ha frequentato a lungo. «L’ultima proprio quest’anno - aggiunge Casati - E ci ha promesso, prima ancora del Nobel, che tornerà a Como nel 2027 per una grande conferenza sui Mof che stiamo organizzando da molto tempo».

«Un grande orgoglio»

Ripensando alle tante occasioni in cui Yaghi è passato da Villa del Grumello, da anni cornice delle scuole estive per ricercatori e dottorandi da tutto il mondo, Casati non nasconde l’orgoglio: «Questo riconoscimento a un vero amico delle Lake Como School ci fa davvero piacere e dimostra anche il valore delle nostre scuole».

L’ultima visita di Yaghi a Como risale a quest’estate, dal 16 al 20 giugno, nel corso di una summer school interamente dedicata all’ambito di ricerca che gli è valso ieri il premio Nobel. La sua lezione in quell’occasione era intitolata “Reticular chemistry from the beginning to AI” e ripercorreva un lungo cammino iniziato negli anni ’90 quando Yaghi iniziò a occuparsi di questo tipo di materiali. E infatti fu proprio Yaghi a ideare il termine Mof, con cui si indicano le strutture su cui hanno lavorato anche gli altri due premi Nobel, Robson e Kitagawa, con i quali ha collaborato.Prima di quest’estate, Yaghi era già stato ospite delle Lake Como School nel 2019, nel 2021 e nel 2023.

«Siamo molto felici per lui e molto orgogliosi per quello che questo riconoscimento rappresenta anche per le nostre summer school - aggiunge Paola Dubini, presidente di Fondazione Volta che promuove ed organizza con l’Università degli Studi dell’Insubria, l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Milano – Bicocca, l’Università degli Studi di Pavia e il Politecnico di Milano le Lake Como School of advanced studies - Ma è un segnale importante anche per la città: siamo ormai abituati a vedere i premi Nobel passare di qui, dobbiamo però riconoscere che privilegio rappresenta ospitarli».

Le scuole organizzate a Villa del Grumello sono ogni anno tra 30 e 35: «Trattano tematiche estremamente rilevanti, tematiche di frontiera e che hanno a che fare con i sistemi complessi - aggiunge Dubini - ma che, come nel caso dei Mof, hanno anche applicazioni molto concrete. Che è poi lo spirito del premio Nobel».

© RIPRODUZIONE RISERVATA