Il primario «Riaprire a Natale?
Se lo fanno avremo una terza ondata»

Il direttore di Malattie infettive al Sant’Anna, Luigi Pusterla, è netto: «Capisco la crisi economica e la voglia di festeggiare ma la ripresa dei contatti ci può riportare nel baratro»

I medici e gli specialisti hanno paura della riapertura, del passaggio alla zona arancione e soprattutto dell’arrivo delle feste e dei cenoni natalizi.

Tutte queste possibili ritrovate libertà per i camici bianchi rischiano di far di nuovo esplodere la pandemia. È solo da qualche giorno che, grazie al coprifuoco prima e al lockdown morbido poi, i dati (comunque ancora spaventosi) stanno timidamente rallentando la loro crescita.

Numeri preoccupanti

Ciononostante, ricoveri e decessi hanno ancora numeri preoccupanti. Como in particolare risulta duramente colpita dal Covid.

«La paura è quella – dice Luigi Pusterla, primario del reparto di malattie infettive del Sant’Anna – io non sono per la chiusura totale ed indiscriminata. Comprendo le difficoltà di un’economia che deve cercare nonostante tutto di andare avanti. Capisco che le misure di isolamento debbano garantire un equilibrio rispetto alle esigenze sociali. Dico però che la riapertura, la mancanza di un’educazione puntuale sulla popolazione e la voglia, pur giustificata, di stare insieme e fare festa a fine anno sono tutti ingredienti che possono riportarci nel baratro. L’indice di contagio nel comasco è elevatissimo, il più alto della Lombardia. Il numero dei decessi che contiamo al giorno è doloroso. Non possiamo permetterci di essere irresponsabili. Il pranzo in famiglia, sì, va bene, senza grandi tavolate però».

piaciuta una pubblicità progresso lanciata in Germania. In un futuro immaginario un anziano nello spot ricorda il suo impegno nella guerra contro il coronavirus, un impegno non speso in trincea, come i nostri veri nonni, ma isolato tra le quattro mura di casa. Pusterla ha espresso i suoi timori e le sue preoccupazioni mercoledì pomeriggio all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, venuto in visita privata da medici e infermieri del Sant’Anna.

L’assessore

L’assessore ha raccolto opinioni e sensazioni pur dovendo mediare con le esigenze economiche e sociali. È chiaro che tenere tutto chiuso fino a febbraio non sarebbe sostenibile. E infatti la Regione Lombardia, l’ha detto il presidente Attilio Fontana, ha chiesto al governo di passare dalla zona rossa a quella arancione.

«Spero fortemente che la terza ondata non si verifichi e che la pandemia non rialzi la testa – dice ancora Pusterla – ma se i contagi, allentate le maglie, dovessero ripartire sarebbe peggio di adesso. Perché tra fine anno e gennaio c’è l’influenza pronta a sovrapporsi all’azione del Covid. Perché gli ospedali non ripartirebbero da zero, ma avrebbero ancora da seguire un numero significativo di ricoverati con un pacchetto ingente di letti di cui non potrebbero disporre. Con la fatica del personale sanitario, già sotto pressione da tempo, che si ritroverebbe a dover combattere ancora contro una malattia cattiva».

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