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Esternazioni Sulle strutture permanenti tira avanti: «Sono fuorilegge. E dovranno essere eliminate»
Como
Strutture fisse «illegali» da oltre vent’anni, Como definita «Gotham City» prima del suo arrivo e un attacco frontale al segretario provinciale di FdI Stefano Molinari e a quello cittadino Alessandro Nardone, «gente che non ha idea di cosa sta dicendo».
La polemica degli ultimi giorni degli esponenti di FdI, seguita all’approvazione da parte del consiglio comunale (avvenuta lunedì scorso) del regolamento sulle strutture vetrate fisse utilizzate da bar e ristoranti tutto l’anno, ma che ora dovranno essere smantellate nel periodo estivo, ha portato il sindaco Alessandro Rapinese a lanciare, venerdì sera in diretta su Etv, attacchi ai suoi predecessori e al centrodestra.
«Non so fino a che punto ci possa essere prostituzione intellettuale – le parole del primo cittadino – ma quando noi parliamo delle occupazioni invernali, quegli “sgabbiozzi” erano totalmente illegali dal 2001, cosa assolutamente chiarita dalla legge del 2020. E io sento Molinari e quell’altro, Nardone, dire che la scelta è contro il commercio. Questa gente, che dovrebbe essere candidata a governare la città, non ha neanche idea di cosa sta dicendo». E ancora: «Noi abbiamo cambiato il regolamento sulle strutture fisse al suolo, la legge dice che entro 6 mesi devono andarsene, e non c’è una sanzione, ma c’è il penale diretto. In questa città che era un po’ Gotham City prima che arrivasse Rapinese, era tutto consentito. Si lasciavano occupazioni sul suolo pubblico fisse tutto l’anno che non potevano stare e si intascavano oneri che non si potevano intascare, poi si davano pure i rinnovi ogni due anni».
Il sindaco ha inoltre ribadito: «C’era una norma chiara che diceva che era illegale, io vado in consiglio comunale e cambio il regolamento d’urgenza e la stessa Ats, a cui lo abbiamo mandato e che ha dato parere favorevole, ha detto che era ora che si intervenisse e, invece, sento parlare questi due di Fratelli d’Italia, che sono i più simpatici, che ambiscono a governare la città». Ha infine concluso in modo perentorio sulle strutture: «Dovranno essere eliminate» spiegando che, ora, «sono fuorilegge anche per la normativa locale, prima lo erano per quella nazionale».
Nel dettaglio si tratta della modifica del “Regolamento edilizio” approvato per la prima volta nel 1975 e successivamente integrato nel 1997 con l’inserimento dell’articolo 67 per normare le chiusure stagionali di spazi commerciali. Le nuove variazioni, che entreranno in vigore (come avviene per i regolamenti) 15 giorni dopo l’approvazione da parte del consiglio, avranno impatti molto pesanti su alcune attività commerciali, alcune delle quali storiche (da piazza Mazzini a piazza Perretta, ma anche viale Giulio Cesare o la zona di viale Geno, solo per fare alcuni esempi). Le strutture vetrate permanenti esterne, sia di forma quadrata o rettangolare, ma anche quelle curve che si vedono non solo a Como, ma in molte città, dovranno diventare a tutti gli effetti provvisorie e potranno essere collocate soltanto per sei mesi l’anno (dal 1 ottobre al 31 marzo), mentre per gli altri sei dovranno essere rimosse e, al loro posto, ci potranno essere (se richiesti) ombrelloni e tavolini ma nessuna copertura fissa.
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