Il sindaco e la bufera sulle “aule dei cucù”: «Vi rendete patetici: non parlavo di disabili»

Consiglio Si torna a parlare delle dichiarazioni di Rapinese su opposizioni e scuole da chiudere. Negretti attacca Anzaldo: «Perchè tace?». Il presidente: «Non perdo tempo con l’eco mediatica»

Como

«Devo scusarmi effettivamente e in maniera sentita e profonda» ha esordito così il sindaco Alessandro Rapinese nel suo intervento durante la seduta del consiglio comunale di ieri sera.

Nessun inganno: le scuse non erano, come richiesto in diverse occasioni dai diretti interessati, rivolte ai consiglieri di minoranza per le parole utilizzate nel corso di uno degli ultimi consigli (il sindaco aveva detto: «Solo starvi vicino mi dà fastidio», ma anche: «La democrazia mi impone di condividere la sala con voi, ma siete persone di cui ho stima zero»). E infatti Rapinese ha proseguito così: «Vi state rendendo patetici».

Il dibattito

Ieri sera non c’era nemmeno l’ombra del politico che, nell’ultimo consiglio comunale, aveva optato per non ribattere alle pur presenti critiche della minoranza: settimana scorsa la consigliera Eleonora Galli del Pd si era augurata toni più pacati e Elena Negretti della Lega aveva informato il sindaco di essersi rivolta a un avvocato per le affermazioni pronunciate su di lei in diretta televisiva su Espansione Tv.

Quel comportamento di una settimana fa adottato dal sindaco sembrava una risposta alla richiesta, avanzatagli dagli stessi consiglieri di maggioranza, alcuni perlomeno, nel corso di una riunione privata, di moderare i toni rispetto alla seduta di consiglio incentrata sulla chiusura delle scuole.

Ma ieri sera Rapinese, a seguito di un intervento di Negretti (rivolto per la verità al presidente del consiglio Fulvio Anzaldo a cui la consigliera leghista ha chiesto i «motivi del suo assordante silenzio» in merito «a dichiarazioni del sindaco che hanno avuto una vasta eco mediatica») non si è lasciato sfuggire l’occasione di chiarire la propria posizione, quantomeno sul tema delle “aule dei cucù”.

Un’espressione, quest’ultima, che il sindaco aveva utilizzato parlando delle aule presenti nella scuola primaria Corridoni e dedicate a varie attività, tra cui quelle per gli studenti con disabilità. E che ha anche ispirato il nome di un profilo Instagram che ha pubblicato un video con alcune delle dichiarazioni più “fumantine” pronunciate dal sindaco in merito alle scuole. Risultato? Quasi 300mila visualizzazioni.«Se ci penso, ogni cosa che faccio ha un’eco mediatica superiore, in questa città vedo parlare solo di Rapinese: faccio notizia e questo è un dato di fatto e non solo a livello locale» ha detto Rapinese ieri sera.

«Parlavo di scacchi e disegno»

Ma sulle “aule dei cucù” il sindaco ieri sera ha ribaltato la narrazione: «State cercando di generare questa notizia, ma a un normodato basta risentire quello che ho detto: ho fatto riferimento alle aule degli scacchi e del disegno con i cavalletti, stanze assolutamente inutili occupate in maniera pressoché ridicola. Ma non mi sono mai riferito a quelle per i disabili».

Non è sfuggito ai consiglieri di minoranza l’uso del termine “normodotato” e Negretti ha richiamato anche la lettera dell’associazione Ledha per le persone con disabilità, che condannava l’espressione usata dal sindaco. Laconica la risposta del primo cittadino: «Avranno letto le vostre polemiche».

Ma l’ultima battuta è toccata proprio al presidente Anzaldo (che nel corso della serata è stato ripreso più volte dal sindaco per non aver impedito interventi non consentiti dei consiglieri di minoranza): «Mi sembra disdicevole attardarmi a commentare l’eco mediatica e la ricostruzione di quanto accaduto due consigli fa».

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