
Cronaca / Como città
Domenica 27 Luglio 2025
Il tesoro dei turisti a Como vale quasi quattro milioni: in due anni +100%
Tassa di soggiorno Entrate in costante aumento e previsioni ottimistiche anche per il prossimo biennio. La fetta più grande per il verde pubblico: 572mila euro
Como
Il Comune prevede di incassare al termine dell’anno quasi 4 milioni di euro dalla tassa di soggiorno. E la previsione, all’interno della verifica degli equilibri di bilancio, è proiettata anche sui due anni successivi, il 2026 e il 2027.
Imposta in continua crescita
Nel 2024 la tassa di soggiorno aveva portato un gettito di 3,2 milioni di euro. Nel 2023 si calcolava una crescita del 70% rispetto al periodo pre pandemico, tenendo in considerazione l’anno 2018, e del 40% invece avendo come riferimento il 2019. L’amministrazione Landriscina infatti all’epoca aveva messo a bilancio rispettivamente 1,2 milioni di euro per il 2018 e 1,4 milioni di euro per il 2019.
Era quindi seguito il crollo, comune a tutto il Paese, del 2020 e del 2021, mentre nel 2022 si era subito balzati a 1,6 milioni di euro derivanti dall’imposta di soggiorno, mentre nel 2023 erano stati 1,9. Una crescita che accomuna Como a tante altre città turistiche italiane: infatti le entrate generate da questa tassa sono sempre aumentate dopo il Covid e si prevede un ulteriore aumento del 17% per il 2025, in cui si dovrebbe arrivare a un miliardo e 180 milioni di euro complessivi in Italia.
Come funziona e quanto costa l’imposta a Como
Le tariffe in vigore in città oggi sono le stesse deliberate dalla precedente giunta nel 2019 e sono differenziate per tipologia di struttura ricettiva: 5 euro a notte negli hotel a quattro e cinque stelle, 4 euro nei tre stelle, 3 euro negli hotel a due o una sola stelle, così come per case vacanza e bed & breakfast, mentre negli ostelli per la gioventù, negli agriturismi, nei villaggi turistici, nei campeggi e nei rifugi alpini è di 2 euro. Inoltre, l’imposta di soggiorno è calcolata per persona, per numero di pernottamenti e fino a un massimo di quattro notti consecutive in città.
Ma dove finiscono i quattro milioni di euro che dalle tasche dei turisti entrano nelle casse di Palazzo Cernezzi? Stando alla legge il ricavato derivante da questa imposta dovrebbe essere investito sul turismo e, dal 2024, sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che del turismo e in particolare dell’overtourism sono una delle conseguenze di più difficile gestione.
Investimenti in verde e cultura
In realtà, le voci di investimento che figurano nei documenti allegati alla verifica di permanere degli equilibri di bilancio, approvata la scorsa settimana in consiglio comunale, spaziano vari ambiti, oltre alla promozione del territorio.
Alberi e giardini: le spese più significative
La spesa più significativa, per esempio, è quella relativa al verde pubblico. Nel bilancio dei soldi derivati dall’imposta di soggiorno si calcolano 572.800 euro da destinare ai lavori e alle prestazioni in appalto per i giardini pubblici nel 2025. Si tratta di soldi che la giunta prevede di aumentare negli anni a venire portandoli a 632mila e 800 euro nel 2026 e mantenendo la stessa cifra nel 2027. Non è questa la sola voce di investimento che riguarda il verde pubblico: per la manutenzione arborea del compendio di Villa Olmo si prevede una spesa di 250mila euro sia quest’anno che nei due successivi. E la stessa cifra è segnalata per 2025, 2026 e 2027 in riferimento alla manutenzione straordinaria e alla realizzazione del verde pubblico.
E un grande investimento anche sulla cultura
Altre cifre importanti sono rapportate invece all’ambito culturale. Per le attività museali e per il servizio di custodia dei musei si prevedono in totale 550mila euro sia nel 2025 che nei due anni a venire (la parte più cospicua di questo investimento, ovvero 430mila euro all’anno, riguarda proprio la custodia dei musei civici). Sempre in ambito culturale si prevede un investimento per il Teatro Sociale, con 100mila euro di contributi all’anno per tre anni e poi l’organizzazione di eventi di arti figurative e di musica per un totale di 80mila euro nel 2025, mentre nel 2026 e nel 2027 saranno 130mila con l’aggiunta di eventi letterari, cui si aggiungono 215mila euro quest’anno e 175mila nei due anni successivi da destinare a generiche «finalità culturali». Stanziati anche 20mila euro all’anno per le iniziative legate alla nomina di Como come città creativa dell’Unesco, 300mila per tre anni per organizzare le manifestazioni natalizie e 200mila nel 2025 (che diventano però 70mila nel 2026 e nel 2027) a sostegno del commercio.
Gli investimenti esplicitamente riferiti al turismo non mancano, anche se si tratta di cifre più ridotte: per il 2025 20mila euro per le manifestazioni turistiche (destinati a diventare 60mila nei due anni successivi), 200mila per gli infopoint turistici e 140mila di servizi per il turismo.
Per spenderli un tavolo con gli albergatori
Il regolamento comunale sull’imposta di soggiorno prevede una «concertazione con gli organismi che rappresentano gli operatori turistici» per destinare il gettito che ne deriva. «Ma questo non accade» è l’accusa della consigliera comunale di Svolta Civica, Barbara Minghetti. «La cifra ormai è diventata molto rilevante e credo debba essere ripristinata l’idea di un tavolo condiviso con gli operatori del settore per decidere progetti a lungo termine a cui destinare una parte di questi soldi».
A prevedere questo tavolo è appunto il regolamento stesso che, all’articolo 13, impone anche di finalizzare i soldi derivanti dall’imposta di soggiorno «al sostegno dello sviluppo del sistema turistico, attraverso azioni di promozione turistica, potenziamento dei servizi di informazione turistica, organizzazione di eventi e manifestazioni, interventi di manutenzione e di abbellimento degli spazi pubblici e del verde a fini strettamente turistici».
Punti che gli investimenti messi a bilancio dal Comune rispettano, in effetti, ma la critica di Minghetti è più sottile e guarda al futuro. «Con questo tipo di entrate credo sarebbe più opportuno operare strategicamente e in accordo con gli albergatori e chi si occupa del turismo per progetti che durino nel tempo, invece che disperdere in singoli interventi che possono essere ricondotti al turismo, è vero, ma che non rientrano in una visione di questo tipo».
Bisogna tornare indietro all’amministrazione Lucini per vedere il Comune impegnato in una collaborazione di questo tipo
Un’operazione, quella della commissione turistica finalizzata alla programmazione della spesa derivante dall’imposta di soggiorno, che viene effettuata in alcuni Comuni del Centro Lago. Lo racconta Luca Leoni, presidente degli albergatori comaschi: «A Bellagio, per esempio, il lungolago è stato realizzato grazie ai contributi derivanti dall’imposta di soggiorno. L’ottica è quella che noi abbiamo sempre indicato come Federalberghi: fare interventi per il turismo che facciano del bene anche ai cittadini. Se si rende la città più vivibile per i suoi residenti, lo diventa anche per i turisti». Nulla di simile però accade nel capoluogo: «Se c’è un tavolo di questo tipo a Como, noi non siamo coinvolti - prosegue Leoni - Avevamo fatto un incontro, all’inizio del mandato di questa amministrazione, con il sindaco Alessandro Rapinese e l’assessore alla Cultura Enrico Colombo, auspicando che la linea dei Comuni del Centro Lago venisse seguita. Così finora non è stato, ma non accadeva nemmeno con l’amministrazione Landriscina... Forse con Lucini sì, ma io non c’ero».
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