Immatricolò l’auto rubata del pusher. Ex capo della Motorizzazione nei guai

La sentenza La Cassazione condanna definitivamente Antonio Pisoni a tre anni di carcere. Nel 2015 aiutò Giuseppe Oliverio, in cella per le sue amicizie mafiose, a riciclare una Porsche

L’ex direttore della Motorizzazione di Como ha collezionato un numero di condanne e anni di carcere tali da trasformare l’ennesima sentenza contro di lui quasi in una routine. Eppure quest’ultima condanna è forse una tra le più gravi. Perché, sullo sfondo, c’è una storia di riciclaggio d’auto e, soprattutto, l’aiuto concesso a un personaggio chiacchierato al punto da finire poi condannato per narcotraffico e per l’estorsione, fatta con metodi mafiosi, di un’autofficina a Villa Guardia.

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal difensore di Antonio Pisoni, 66 anni, residente in provincia di Varese, e per anni il responsabile della Motorizzazione di via Tentorio a Como. Anni bui, nei quali Pisoni si è macchiato di una lunghissima serie di reati.

L’inchiesta

Tra questi il riciclaggio di un’auto, una preziosa Porsche Carrera 911, che il dirigente pubblico è riuscito a “ripulire” concedendo all’amico narcotrafficante Giuseppe Oliverio, noto agli annali come “Pino il gommista”, una immatricolazione provvidenziale.

La storia viene alla luce quando la Procura di Como e la sezione di polizia giudiziaria della stradale di via Italia Libera, coordinata dal pubblico ministero Massimo Astori, si mettono a passare sotto la lente tutti gli atti compiuti da Pisoni quando dirigeva la Motorizzazione. Fresco di un arresto per corruzione, in relazione alle tangenti incassate per agevolare la concessione di patenti per camion, autobus, ma anche per patenti nautiche, revisioni, abilitazioni speciali, gli investigatori hanno deciso di passare al setaccio tutta l’attività del dirigente pubblico.

Lo stratagemma

Ecco così emergere la storia dell’immatricolazione della Porsche Carrera. Siamo a primavera del 2015. Gli uffici di via Tentorio si ritrovano a gestire i documenti dell’auto, proveniente (all’apparenza) dalla Bulgaria. A fare domanda, tramite il titolare di una agenzia di pratiche automobilistiche, è Giuseppe Oliverio, all’epoca gestore della Formula Uno Gomme di Villa Guardia (realtà produttiva estorta minacce e pure l’incendio di auto al legittimo proprietario, che ora l’ha riavuta).

La Procura scoprirà che quell’auto era stata immatricolata in Canton Ticino e rubata addirittura nel lontanissimo settembre del 1995 a Milano. Quindi, una volta tornata in circolazione, è stata “ripulita” attraverso la ripunzonatura del telaio e la realizzazione di documenti bulgari, ovviamente falsi.

Della domanda di immatricolazione avrebbe dovuto occuparsene un funzionario, che però all’improvviso si vede scavalcato dal suo direttore che decide - caso più unico che raro - di occuparsi lui direttamente del caso. E insomma, alla fine Pisoni immatricola l’auto restituendole una nuova (e pulita) seconda vita, riuscendo ad avvallare la pratica anche se dalla documentazione risultava assente la vidimazione della scheda tecnica del veicolo, a cura delle autorità bulgare. Condannato a tre anni per riciclaggio sia a Como che a Milano, ora l’ex direttore s’è visto arrivare la condanna definitiva della Cassazione.

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