Imprudenza, velocità e taxi boat irregolari.
Allarme sicurezza sul lago

Il reportage Sulla motovedetta della polizia provinciale. Sanzionata una famiglia: a bordo non c’era l’estintore. Il vicecomandante: «Sulle regole c’è ancora molto da fare»

03:14

Il tizio abbronzato con due donne a bordo che entra “sportivo” oltre la diga foranea. La moto d’acqua che fa evoluzioni di fronte a villa Geno e che, vedendo la motovedetta che si avvicina, pensa bene di allontanarsi a tutta velocità approfittando del traffico di imbarcazioni. La famiglia diretta verso l’Isola Comacina per i fuochi che a bordo non ha l’estintore. E poi i soliti tuffatori dalle scalinate di viale Geno. In novanta minuti di servizio, la motovedetta della polizia provinciale avrebbe potuto elevare decine di contravvenzioni. Alla fine la multa è stata una sola, per mancanza delle dotazioni di legge a bordo (poco meno di 170 euro). «Ma sulla sicurezza, c’è molto da fare» chiosa Carlo Corani, vicecomandante della polizia provinciale.

Il nodo del turismo

Nelle ultime due settimane gli uomini di Villa Saporiti hanno avuto parecchio lavoro da fare. «Il lago di Como si è fatto sempre più affollato - spiega ancora il vicecomandante, che ieri era in servizio con l’assistente scelto Giovanna Orsenigo e con il sovrintendente Gabriele Lombardo - E quello che riscontriamo è da un lato il mancato rispetto delle norme di sicurezza, dall’altro una serie di problematiche connesse con il noleggio da diporto». Ed è proprio da questo tipo di controlli che inizia il giro con la motovedetta della polizia provinciale.

Molo di Sant’Agostino. In attesa per poter attraccare e fare il carico e scarico dei clienti ci sono tre motoscafi. Uno è già agli ormeggi. Attende i passeggeri, andati al bar. Non è un noleggio con conducente, ma un diportista. Tradotto: può portare clienti, ma fare contratti solo con privati e persone fisiche. «La carenza di autorizzazione di Ncc - spiega ancora il vicecomandante - ha spinto moltissimi noleggiatori da diporto a prendere lavoro da società, ad esempio alberghi. Ma la norma lo vieta. Non sono veri e propri abusivi, ma così facendo violano le regole». Nelle ultime settimane già cinque diportisti sono stati sanzionati - sanzione salatissima, peraltro - per questo tipo di irregolarità e le loro barche fermate.

«Il fatto - spiega ancora Carlo Corani - è che i numeri delle autorizzazioni per Ncc è fermo al 2000. Nel frattempo i turisti sul lago sono infinitamente di più». Da qui la protesta dei tour operator e degli albergatori e l’aggiramento delle regole da parte di alcuni diportisti. Il controllo al molo di Sant’Agostino, ad ogni buon conto, dà esito negativo: tutto in regola.

Si riparte ed ecco un motoscafo con un uomo e tre donne a bordo entrare a velocità troppo elevata nell’area della diga foranea. Bloccati per controlli, hanno tutte le dotazioni di sicurezza, peccato che per recuperare i giubbini di salvataggio ci vogliano 3 minuti e ben 5 per trovare l’estintore, e per fortuna che non era un’emergenza. «Sulla sicurezza notiamo troppe irregolarità - prosegue il vicecomandante - L’utente che va in barca pensa sia un’attività di puro divertimento, per cui lascia spesso in disparte il rispetto delle norme». Le dotazioni minime dovrebbero essere: giubbotti di salvataggio per ogni passeggero, un estintore, una ciambella con 25 metri di cima e un attrezzo per togliere eventuale acqua imbarcata. Il secondo motoscafo fermato, a ridosso dello spazio riservato agli idrovolanti, porta una famiglia: genitori e due figli. A bordo niente estintore: «Non sapevo fosse obbligatorio».

Controlli sul lago: allarme sicurezza. Video di Paolo Moretti

«Fermiamo tantissimi stranieri - spiega ancora Corani - e spessissimo siamo costretti a multarli o perché navigano troppo vicini alla costa o perché invadono lo spazio degli idrovolanti. Chi noleggia barche dovrebbe istruirli, ma non sempre questo succede».

Quanti pericoli sul lago

Capitolo velocità. Anche qui il tasto è dolente: «Le moto d’acqua sono quelle che maggiormente non rispettano i limiti - dice il vicecomandante - ma il problema è la velocità sottocosta». Passa un motoscafo con prua alzata a meno di una trentina di metri dalla punta di viale Geno. E quello? «È un diportista - spiega - e la norma prevede deroghe sia sui limiti di velocità che di vicinanza alla costa per loro. Anche se, indubbiamente, andare così veloci in punti dove potenzialmente potrebbero esserci bagnanti è pericoloso».

Si rientra, non prima di aver fatto uscire dal lago due ragazzi che si tuffano dalle scale di viale Geno: «Una battaglia persa. Ma dobbiamo combatterla» conclude Corani.

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