La “crociata” dei sanitari no-vax
Già presentati 250 ricorsi al Tar

A luglio si sono rivolti al Tribunale di Milano - Tra loro, anche professionisti di Como, Lecco e Varese - L’agenzia per la tutela della salute si costituirà in giudizio

Como

Ricorsi da parte dei sanitari no vax. A inizio luglio, in 250 si sono rivolti al Tar di Milano contro l’obbligo vaccinale introdotto ad aprile.

Il 12 agosto la direzione generale dell’agenzia per la tutela della salute di Varese e Como ha deliberato di costituirsi in giudizio contro un altro ricorso, «notificato all’ente da alcuni esercenti delle professioni sanitarie e alcuni operatori sanitari». La richiesta è annullare l’obbligo vaccinale e i conseguenti atti, dunque anche la sospensione dagli ordini professionali e dall’attività. Si chiede anche di «condannare le amministrazioni intimate al risarcimento dei danni patiti dai ricorrenti». I sanitari hanno dato mandato al legale di Genova Daniele Granara, che sta raccogliendo su tutto il territorio nazionale le istanze dei sanitari no vax.

«Sono altri 250 ricorrenti, anche da Como, Lecco e Varese – spiega l’avvocato – e abbiamo pronta una terza tranche di ricorsi sulla stessa riga da presentare sempre al Tar lombardo. Il dissenso è diffuso e l’atteggiamento delle Ats, salvo l’agenzia Padana di Mantova e Cremona, è responsabile. Anche dall’Ats Insubria non vedo accanimento». Secondo l’avvocato e i ricorrenti è un questione di democrazia e libertà, nutrono dubbi sugli effetti a lungo termine dei vaccini. Le autorità sanitarie però garantiscono sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini, l’unica arma per tutelare la salute e uscire dalla pandemia. Quanto alla libertà, i non vaccinati espongono tutti gli altri cittadini al pericolo di un ritorno della pandemia, beneficiando comunque indirettamente dell’immunizzazione ormai diffusa.

I giudici milanesi hanno rigettato la richiesta di sospensiva, rimandando alla trattazione del merito. L’udienza secondo il legale ha tempi brevi, i magistrati in altre regioni hanno fissato la convocazione tra ottobre e novembre.

A fine luglio fonti interne all’Ats Insubria avevano fatto sapere di aver spedito 400 notifiche di sospensione ai sanitari comaschi non vaccinati, avendo accertato un numero più importante di posizioni non ancora sanate da verificare con più puntualità. L’Ordine dei medici di Como la scorsa settimana ha confermato la sospensione di 14 colleghi, mentre sono 8 gli infermieri sospesi.

Occorre comunque ricordare che i sanitari possono in ogni momento fare il vaccino, adempiendo all’obbligo con la conseguente reintegrazione. La vaccinazione per i sanitari è considerata dalla legge approvata per decreto il 1 aprile un «requisito essenziale», pena (se possibile) l’essere spostati a un ruolo non a contatto con il pubblico o, se questo non fosse attuabile, essere sospesi senza salario. L’obbligo è in vigore fino al 31 dicembre. L’adesione tra medici e specialisti è molto elevata. La legge vale anche per farmacisti, odontoiatri, veterinari, psicologi, ostetriche, tecnici della diagnostica e della radiologia, dietisti e igienisti dentali, podologi, logopedisti, educatori professionali, terapisti occupazionali e assistenti sociosanitari delle Rsa.

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