La droga nei boschi alle porte della città
Ora gli spacciatori bivaccano a Casate

La polizia indaga su un sospetto viavai nella zona del parcheggio delle piscine. Una ventina di tossicodipendenti identificati. Denunciato per spaccio un cittadino straniero

La nuova frontiera dello spaccio di droga, ormai si è capito, sono i boschi. Luogo perfetto per nascondersi, per ricevere i clienti, per scorgere per tempo l’arrivo delle forze di polizia e potersi nascondere. Ma che i boschi dove i pusher hanno deciso di piazzare i propri bivacchi fossero già arrivati alla città, questo è un fatto nuovo. Su cui i poliziotti della squadra mobile hanno già acceso i riflettori.

Nei giorni scorsi i detective della Questura hanno denunciato un giovane, un cittadino di origini marocchine, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Stava uscendo dai boschi di Casate con oltre duemila euro in contanti, tutte banconote di piccolo taglio, prova - secondo gli inquirenti - dell’attività di spaccio. Il giovane non aveva con sé droga, però. Ed è per questo che il controllo si è chiuso con una semplice denuncia a piede libero. Eppure il sospetto degli investigatori è che da qualche tempo, nei boschi ai margini del parcheggio della piscina, lungo i sentieri che conducono verso il sottopasso dell’autostrada e oltre verso San Fermo, ci sia un intenso viavai di tossicodipendenti impegnati ad acquistare ogni genere di sostanza stupefacente.

Il primo allarme

La segnalazione che ha convinto gli uomini della squadra mobile ad approfondire i controlli nella zona risale a un paio di mesi fa. I residenti nelle case a ridosso con il parcheggio basso della piscina di Casate avevano segnalato, infatti, un intenso quanto inedito passaggio di auto a ogni ora del giorno. Gente mai vista che imboccava la discesa verso l’area di sosta con vista sull’A9 e che, dopo pochi minuti di permanenza, riprendeva la strada in direzione via D’Annunzio.

In pochi giorni di controlli i poliziotti sono riusciti a identificare circa una ventina di clienti. Quasi tutti uomini, di ogni età, non solo comaschi, molti provenienti anche dal Canton Ticino, sono stati intercettati mentre si allontanavano dal parcheggio di Casate con ogni genere di droga: cocaina, eroina, hascisc, marijuana.

Clienti e complici

Il sospetto è che anche nella periferia di Como si sia replicato un modello noto in altre zone della provincia, soprattutto nell’Olgiatese. E che, quindi, nei boschi a ridosso di Casate spacciatori nordafricani abbiano piazzato dei veri e propri bivacchi e che, collaborando con tossicodipendenti nostrani assoldati in cambio di qualche dose, dal bel mezzo del bosco facciano pervenire l’ordinativo ai clienti in attesa ai margini dei sentieri che conducono verso la zona dove il fiume Seveso è ancora soltanto un torrente.

La scoperta fatta dagli investigatori della squadra mobile conferma da un lato come resti sempre alta l’allerta delle forze di polizia sul fenomeno dello spaccio nei boschi, ma dall’altro ribadisce che sia in clamoroso aumento - come d’altronde già sottolineato a più riprese dagli investigatori - il numero di tossicodipendenti e di persone che si rivolgono ai pusher dei bivacchi per comprare ogni tipo di droga.

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