La proposta milanese di creare nuove “zone 30” in città non sbarca a Como (Sondaggio qui)

Viabilità Gelpi ironizza: «Sul girone siamo a 10...». Il Comune aggiungerà solo via Borgovico vecchia: «Altre priorità, come la sicurezza sulla Napoleona». Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nel sondaggio qui

A Como niente effetto Milano, dove con un ordine del giorno approvato dalla maggioranza del sindaco Beppe Sala si prevede il limite massimo di 30 km orari in tutta la città a partire dal gennaio 2024, nonché una graduale trasformazione delle attuali “zone 30” in “zone 20” con l’eccezione, a 50 km orari, per alcune arterie di scorrimento.

Nessun cambiamento in vista

Sul Lario non è il programma nulla di simile e l’unica eccezione sarà, quando verrà completamente riqualificata, la trasformazione di via Borgovico vecchia in Zona a traffico limitato (notturno e festivo) e in zona 30 nel resto della settimana. Ma sarà un eccezione. «Non siamo intenzionati a riproporre qui quanto si vuol fare a Milano - chiarisce l’assessore alla Mobilità Enrico Colombo - anche perché dobbiamo concentrarci sull’attuazione del Piano del Traffico e la nostra priorità è la messa in sicurezza della Napoleona (il Comune punta a mettere un autovelox fisso, ma serve l’ok della Prefettura, ndr) e del tratto della Varesina a Breccia, dove c’è stato un incidente mortale. Inoltre vogliamo chiudere l’asse che riguarda via Giussani, via Lissi e via Varesina con la rotatoria».

Colombo chiarisce che di prospettiva un intervento sulla velocità si farà sulla Borgovico vecchia, per la quale la giunta ha stanziato un milione di euro per la riqualificazione. «Lì verrà creata una Ztl - dice - e in base al progetto che verrà presentato valuteremo il resto, ma vista la conformazione della strada la limitazione è percorribile. Per il resto la situazione sulle zone 30 rimane quella attuale. Riceviamo continue richieste di mettere dossi praticamente ovunque, ma questa non è la nostra politica e, soprattutto, bisogna ricordare che i dossi sono pericolosi in primis per i mezzi di soccorso».

Attualmente le zone 30 vanno da via Bixio alla via Per San Fermo, da viale Giulio Cesare a via Bellinzona, ma anche a via Italia Libera e Lora. L’amministrazione Lucini con l’assessore Daniela Gerosa aveva introdotto quelle in via San Giacomo a Sagnino e via Lissi a Rebbio e puntava con il Piano del traffico (mai approvato) ad introdurle in tutte le zone centrali dei quartieri. Nella giunta Landriscina l’assessore Vincenzo Bella aveva ipotizzato viale Masia a 30 all’ora (poi non effettivamente applicata) mentre di zone 30 (ma senza indicazioni specifiche) si parla nel Piano del traffico portato in consiglio da Pierangelo Gervasoni e approvato all’inizio del 2022.

Tanti problemi per chi guida

Sul tema della velocità Como è da sempre sensibile, vista la morfologia del territorio e l’assetto viabilistico difficilmente modificabile. Il presidente dell’Aci Enrico Gelpi fa una battuta: «Magari si riuscisse ad andare a 30 all’ora, in alcune zone si va già più lenti...I semafori non sono tutti sincronizzati, bisogna presentare molta attenzione ai pedoni che attraversano anche senza strisce magari guardano il cellulare. Cito poi i passaggi a livello: si sta fermi diversi minuti e fare il girone a 10 chilometri orari ormai è già tanto».

Poi nel merito del provvedimento milanese dice: «Ogni realtà è diversa e magari in qualche quartiere o nella Borgovico vecchia avrebbe senso. Possono essere misure per la sicurezza, ma sul discorso che con le zone 30 si diminuisce l’inquinamento, invece, non sono d’accordo e ci sono studi a dirlo. Andando al massimo a 30 all’ora si usano di più le marce basse e non si riducono né i consumi né gli inquinanti».

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