Lago, bagni proibiti:«Creare una spiaggia aperta a tutti e sicura»

Como Ogni accesso all’acqua diventa un “lido”. Spallino: «Qui da noi si vieta tutto per evitare i problemi». Patelli: «Non siamo a Rimini, ma uno spazio serve»

Basta una scaletta che vada verso il lago e uno spazio, in alcuni casi ben lontano dall’essere considerato spiaggia, per vedere turisti perlopiù stranieri lasciare a riva zaini e scarpe e immergersi per una rinfrescata. Questo succede dove è vietato ma, quando lo si fa notare, molti chiedono: “allora dove è possibile farlo?”.

Domanda che, al momento, non trova risposta almeno per quanto riguarda la città. Non ci sono infatti spiagge libere che permettano un accesso sicuro al lago: l’acqua, tra l’altro, è balneabile solo davanti a Villa Olmo e nella zona di Villa Geno. In entrambi i casi, l’accesso è solo a pagamento attraverso i lidi: chi frequenta il parco di Villa Olmo sa però che succede di vedere persone immergersi scendendo dalla scalinata al centro dei giardini. Così come capita di assistere a bagni lungo via per Cernobbio, sfruttando gli accessi direttamente dalla strada e le piccole spiagge – fatte di sassi – che si creano quando il lago è basso. Stando al regolamento di Polizia urbana, però, «salvo nelle aree all’uopo destinate e segnalate è vietato fare il bagno nel lago, nei torrenti, nelle fontane e in generale in qualsiasi superficie di acqua pubblica». Ma se ci fosse una spiaggia, una vera spiaggia, pubblica e sicura, si riuscirebbe a limitare il problema dei tuffi proibiti, soprattutto in quei luoghi teatro di tragedie come il Tempio Voltiano? Il dibattito si riaccende.

Troppi divieti

«Sono di ritorno dalla Francia. Il confronto sull’accesso all’acqua, sia mare che fiumi o laghi, è impietoso – rimarca l’ex assessore Lorenzo Spallino, che già anni fa era intervenuto sulla questione - Da noi a Como ormai si sceglie di vietare per eludere il problema. Scelte rancorose e antistoriche. Guardi a Vichy cosa hanno messo in acqua per bambini e ragazzini. Vietare i SUP nel primo bacino è la logica conseguenza di chi non vuole affrontare il problema e pensa di gestire vietando. Ma sono i motoscafi che vanno vietati, non chi non inquina. Posso dirlo? Provo una pena infinita per questi poveri ragazzi a cui è vietato l’accesso al lago. Una spiaggia pubblica si potrebbe realizzare a Villa Geno sicuramente anche se ci sono degli attracchi della Navigazione. Ma lungo viale Geno potrebbero essere posizionate piscine e banchine galleggianti, ovviamente chiudendo al traffico da piazza Amendola».

«Il lago di Como è quello che è, non è Rimini e non è Jesolo, quindi gli spazi per le spiagge sono quelli che sono – aggiunge anche l’esponente dei Verdi Elisabetta Patelli - Ci sono lidi a pagamento come è giusto che sia in una situazione come quella del lago di Como. Ciò non significa che, essendo soprattutto un problema di sicurezza per le persone, oltreché di decoro urbano, si possa tollerare di avere spiagge libere al Tempio Voltiano o altrove in città».

Il campeggio libero

Secondo Patelli «il problema è molto simile a quello dei campeggi abusivi e soprattutto dell’invasione incontrollata dei camper in viale Geno e piazzetta Mojana. In generale è il tema di un turismo che è totalmente fuori dal controllo della pubblica amministrazione. Non si deve criminalizzare la gente, neppure demonizzare il turismo, però al tempo stesso si devono porre delle regole per gestire nel modo migliore la folla di turisti. Per mio conto questa gestione non c’è: si cerca di mettere delle pezze con qualche multa e qualche cartello che non incidono minimamente sul problema».

«L’acqua del primo bacino non è il massimo: non è pulitissima e poi c’è il moto ondoso causato dalle imbarcazioni – evidenzia Guido Rognoni, presidente di ComoSub -. Io esco anche in barca e mi è capitato di vedere gente che nuota in mezzo alle barche. Una spiaggia? Forse da Villa Olmo a scendere. Davanti a Villa Geno c’è una spiaggetta, ma dipende dal livello del lago. Poi alcuni si buttano anche alla fontana. Io non credo che sarebbe una bella idea fare una spiaggia qui. Davanti a Villa Geno c’è una prima parte in sassi viscida, poi sprofonda e c’è una fanghiglia. L’accessibilità è un po’ complicata. Villa Olmo un po’ meglio, ma anche lì c’è tanta movimentazione d’acqua. Sup vietato? Io sono d’accordo, troppe onde».

© RIPRODUZIONE RISERVATA