Lago pericoloso per l’Autorità di Bacino: «Troppe barche». E l’Aeroclub nel weekend resta chiuso

Turismo Centinaia di imbarcazioni, alta velocità, una serie di comportamenti a rischio. L’Autorità di bacino: «Situazione peggiorata, mancano controlli. Le multe? Cifre ridicole»

Troppe barche in mezzo al lago, l’Aeroclub resta chiuso nel weekend.

Per l’Autorità di Bacino tra taxi boat e imbarcazioni private le acque a ridosso della città sono diventate una vera giungla.

Il fenomeno è connesso alla crescita del turismo che nel 2023 sta registrando sul Lario un record storico assoluto.

«Anche da noi il giro di visitatori e utenti è aumentato di circa il 30% - spiega Enrico Guggiari, il presidente dell’Aero Club –. C’è che la crescita esponenziale e spesso poco controllata delle imbarcazioni che navigano sul lago porta a parecchie conseguenze. Per esempio le onde provocate dai catamarani di linea, ma anche dai tantissimi taxi boat, dai motoscafi privati affittati dai turisti. Il moto ondoso deteriora moli e porti compreso il nostro. Sabato e domenica abbiamo deciso di restare chiusi perché le onde rischiavano di sfasciare anche i nostri velivoli».

Prima destinazione

Il lago di Como secondo le stime fornite dalla Regione è al primo posto come destinazione tra i grandi laghi lombardi, ben oltre gli arrivi contati nel 2019, prima della pandemia. «Quest’anno è peggio – dice Franco Binaghi, direttore dell’Autorità di Bacino – detto che anche gli anni scorsi almeno prima del Covid questo problema stava già diventando evidente. Ci sono sempre più barche nel lago. Con un’assoluta mancanza di controlli. Sia chiaro, le forze dell’ordine possono sì contestare manovre e velocità. Ma è la normativa che è carente, ci sono pochissimi vincoli. Basta avere una barca e tante attività si lanciano sul nostro lago. Comanda solo il denaro, si stanno moltiplicando taxi boat e privati che spesso fanno sull’acqua cose impensabili».

Il moto ondoso che rovina porti, imbarcazioni e pontili, non è dunque la conseguenza peggiore.

«Servirebbe un contingentamento delle attività su acqua – dice ancora Binaghi - Di recente esplose in maniera esponenziale. Ai taxi boat e alle navette poco interessano le sanzioni che pure le nostre forze di polizia comminano loro. Hanno tariffe così alte, visto il giro di turismo, che possono tranquillamente mettere in conto di ricevere qualche multa, il cui ammontare codice alla mano è ridicolo».

Già nel 2019 diversi operatori presenti da anni sul lago, per esempio lo storico Tasell, denunciavano la presenza di troppe barche nel Lario che si guidano anche senza patente.

La voce dei pescatori

«Nessuna licenza o patente - racconta William Cavadini, fondatore dell’associazione pescatori Como Alpha, e a sua volta esperto pescatore – Sempre più barchette con autisti inesperti passano a vicinanze troppo strette e con il rischio di fare incidenti e danni. Le onde create dai tantissimi natanti rendono il lago invivibile per le imbarcazioni più classiche, quelle “comasche”. Mi chiedo come facciano con simili onde ad allenarsi per esempio i canottieri, costretti sempre più spesso a uscire nelle ore serali, quando in acqua c’è meno traffico. Inutile descrivere i danni sulla fauna ittica e sul mondo della pesca nel lago».

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