Abuso d’ufficio, Banfi respinge le accuse: «Estraneo alle accuse: lo dicono gli atti»

Sant’Anna Il direttore generale di Asst Lariana tramite l’avvocato: «Non c’è alcun reato». L’indagine partita da una lettera anonima su un concorso per la nomina di un dirigente

Il direttore generale del Sant’Anna, Fabio Banfi, respinge con forza l’accusa di abuso d’ufficio contestata dalla Procura di Como. E dopo il lungo incontro con il suo avvocato, il penalista comasco Davide Giudici, il numero uno di Asst Lariana - per il tramite dello stesso legale - fa sapere di essere assolutamente «sereno».

Così l’avvocato Giudici: «Il dottor Banfi era sereno prima e lo è ancora di più dopo aver letto gli atti dell’indagine, dai quali emerge chiaramente come non solo sia estraneo dalle accuse, ma che non sia stato commesso alcun reato».

La lettera anonima

Il direttore del Sant’Anna ha preferito non rilasciare - come richiesto da La Provincia - un’intervista sul caso che lo ha visto coinvolto, ma le parole del suo legale fanno capire che l’intenzione è quella di opporsi contestare la lettura degli atti data dalla Procura cittadina.

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In queste ore è emerso che l’indagine è sfociata in seguito a una lettera anonima, spedita ad almeno un paio di interlocutori, nella quale veniva fatto cenno al concorso per la scelta del nuovo direttore dell’unità operativa complessa - l’equivalente di un primario, se parlassimo di un reparto ospedaliero - Qualità e risk management, nominato con incarico a partire dall’1 gennaio di quest’anno.

L’anonimo autore della lettera, recapitata poi alla Procura di Como, evidenziava come - a suo dire - Banfi avrebbe favorito una psicologa sua amica a discapito del primario di rianimazione dell’ospedale di Menaggio. E di averlo fatto anche aggirando la norma sui concorsi pubblici.

E in effetti la Procura proprio questo contesta al direttore generale del Sant’Anna: non aver rispettato una serie di normative sulle procedure che consentono le nomine nel pubblico impiego. E, in particolare: la legge sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e sulle modalità di svolgimento dei concorsi, l’articolo sul conflitto di interessi della norma in materia di procedimenti amministrativi e quello sui requisiti per l’accesso all’incarico di direzione sanitaria aziendale.

In sintesi secondo l’accusa Banfi avrebbe favorito la dottoressa Angela Trentin evitando di pubblicizzare il concorso per il posto da direttore, limitandosi solo alla selezione interna anziché al concorso quantomeno regionale, non astenendosi pur essendoci tra i due un rapporto di amicizia, disponendo la non ammissione alla selezione dell’unico concorrente - il dottor Enrico Foglia, primario a Menaggio - salvo poi riammetterlo con riserva ma convocandolo per la prova di esame senza concedergli i termini di legge.

La difesa

Tutte accuse che lo stesso Banfi, nel lungo incontro con il suo avvocato, ha respinto con forza. Da un lato reclamando l’assoluta correttezza formale del procedimento - sul cui iter pare avesse anche chiesto lumi agli uffici, a suo tempo - dall’altro respingendo ogni possibile sospetto di conflitto di interessi.

Ora avrà tempo 20 giorni per chiedere l’interrogatorio o per presentare una memoria difensiva e chiedere l’archiviazione delle accuse.

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