Lega dei Ticinesi contro Rapinese: «Segnalate auto italiane in divieto»

La provocazione «Avanti con gli scatti dei parcheggi italici abusivi, inviando poi le foto alla polizia»

Applicando una sorta di legge del contrappasso o di “reciprocità”, la Lega dei Ticinesi attraverso la cassa di risonanza del “Mattino della Domenica”, ha deciso di alzare il livello dello scontro con il nostro capoluogo e con il sindaco Alessandro Rapinese sul tema delle multe alle auto in divieto di sosta.

Questa volta però il partito fondato da Giuliano “Nano” Bignasca, in evidente calo di consensi sia alle cantonale dello scorso aprile che alle federali di ottobre, ha deciso di chiamare a raccolta i cittadini, nella speranza forse di recuperare parte dei voti lasciati sul campo. «Ormai tutti abbiamo a portata di mano un telefonino o un tablet. Dunque avanti con gli scatti dei parcheggi italici abusivi, inviando poi le foto alla PolCom (l’equivalente della nostra polizia locale, ndr.) di riferimento», l’invito del consigliere nazionale e direttore del “Mattino”, Lorenzo Quadri.

Ma non è tutto perché il “Mattino della Domenica” ha deciso di spalleggiare in toto questa crociata, tanto da invitare i cittadini a inviare le diverse istantanee - con immortalate auto con targhe italiane in divieto di sosta - alla redazione, dopodiché «pubblicheremo le più interessanti», la promessa di Lorenzo Quadri. In questa “operazione reciprocità”, come l’ha ribattezzata il domenicale leghista, non poteva mancare una stoccata al sindaco Rapinese, la «cui crociata contro le auto ticinesi ha conosciuto una nuova recrudescenza», ricordando - come rimarcato dal domenicale leghista - «che se gli automobilisti ticinesi non hanno al seguito a Como contanti o carta di credito devono andare a casa a prelevare e tornare con i soldi».

Da qui la stoccata: «È in atto una criminalizzazione comasca delle targhe ticinesi. Non pare una mossa molto azzeccata. Peraltro una targa ticinese non per forza significa che il conducente sia ticinese. Anzi è probabile che, visto l’alto numero di italiani che risiede qui, molti dei ticinesi sanzionati a Como siano in realtà comaschi».

Infine, il consigliere nazionale leghista - ribadendo l’invito a fotografare le auto con targhe italiane che parcheggiano in modo irregolare - ha lanciato una sorta di “avviso ai naviganti” rivolto a Palazzo Cernezzi: «Se tutti i ticinesi smettessero di frequentare Como in risposta alle politiche persecutorie promosse dal sindaco, c’è da scommettere che commercianti ed esercenti comaschi non salterebbero di gioia. E se ne ricorderebbero alle prossime elezioni. Alle forze dell’ordine ticinesi consiglio di fare cassetta prendendo spunto da Como».

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