Liste d’attesa? Troppe ricette. «A Como in sei mesi 800mila»

Sanità L’assessore regionale Bertolaso richiama i medici all’”appropriatezza” delle ricette. I medici: «Molti pazienti pretendono esami». «Tema subdolo, le scelte non si fanno in ufficio»

Più di 800mila ricette in sei mesi nel Comasco, la Regione richiama all’”appropriatezza della prescrizione”.

Nel primo semestre del 2025, spiega l’assessorato al Welfare Guido Bertolaso, sono state registrate in Lombardia più di 17 milioni di prescrizioni sanitarie, con conseguenti 6,5 milioni di prestazioni erogate. Significa che in percentuale nel Comasco i pazienti hanno ricevuto più di 800mila ricette per esami e farmaci, per circa 300mila prestazioni effettuate tra visite e controlli. Numeri importanti secondo la Regione, tanto più se ogni prescrizione può contenere più di una richiesta. Bertolaso però, rivendicato il grande lavoro garantito della sanità lombarda, ha ribadito che «il tema dell’appropriatezza prescrittiva è centrale». «Lavoreremo per monitorare in modo puntuale i volumi e le tipologie di prescrizioni, coinvolgendo medici e strutture sanitarie in un percorso condiviso di miglioramento – ha detto Bertolaso - l’obiettivo è garantire che ogni prestazione sia effettivamente necessaria, utile e tempestiva, a beneficio di tutti i cittadini lombardi».

Non ingolfare il sistema

Fare solo gli esami davvero utili aiuta il sistema sanitario a non ingolfarsi di richieste poco necessarie, allungando così le già infinite liste d’attesa. Un altro dato interessante riguarda le esenzioni, circa due terzi delle prestazioni erogate sono gratis perché a consumo di pazienti fragili. Occorre pensare che circa il 40% dei comaschi ha una esenzione e i cronici sono i principali fruitori di controlli e cure.

I medici di famiglia firmano più della metà delle ricette, meno del 40% gli specialisti. «Passiamo tanto tempo a mediare con i pazienti – commenta Raffaella Petruni, medico al lavoro a Como – perché molti pretendono esami, magari su indicazione degli specialisti, per controlli però già fatti, senza precise indicazioni, magari senza quesito diagnostico». In tema di appropriatezza nei mesi scorsi la Regione ha siglato un accordo con i Nas per controllare liste e tempi d’attesa, ricette dei medici comprese. Nelle chat Whatsapp dei camici bianchi di Como circolano dunque messaggi d’avviso diretti ai pazienti.

La chat

«Si invitano gli assistiti a non creare difficoltà ai medici quando si rifiutano di commettere atti contrari alle norme». Sull’appropriatezza prescrittiva, scrivono ancora i medici di famiglia, sono previste sanzioni pecuniarie e nei casi più gravi persino denunce: «Perciò maleducazione, polemiche, minacce e insulti non saranno tollerati».

«Bisogna intanto capire quanto è reale questa iperprescrizione, la verità è che c’è una estrema difficoltà a prenotare esami e visite- riflette Maurizio Mancuso, storico medico di famiglia comasco – il sistema è quasi al collasso. Mammografie, colonscopie, anche una semplice ecografia all’addome. Davanti a certi problemi in caso di dubbio non si può non prescrivere un approfondimento. L’argomento dell’appropriatezza penso sia subdolo. I medici, sempre di meno, rispondono alla coscienza e si confrontano con i pazienti, sempre più anziani e malati. Le scelte cliniche non si fanno in ufficio».

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