L’uomo sparito per ore dal pronto soccorso è stato ricoverato: «Nessuno ci ha chiesto scusa»

La denuncia Il paziente che si è allontanato a piedi dal Sant’Anna non è in buone condizioni, Il figlio: «A questo punto pretendiamo che ci dicano cos’è successo»

È stato ricoverato il paziente che, ieri pomeriggio, è scomparso per ore dal pronto soccorso del Sant’Anna, con la famiglia avvisata soltanto molto tempo dopo. Ritrovato a cinque chilometri dall’ospedale, l’uomo è tornato nel reparto d’emergenza dove i medici hanno deciso di ricoverarlo, considerato che le sue condizioni non sono proprio ottimali. Vuole andare fino in fondo il figlio di Antonio Stalla, 61 anni, paziente con più patologie tra cui un decadimento neurologico che nelle ultime settimane gli ha fatto perdere anche l’uso della parola: «Pretendo delle spiegazioni e delle risposte. Non è possibile che un ospedale si perda un paziente fragile e che, per di più, non avvisi i famigliari di quanto accaduto».

La vicenda l’abbiamo raccontata dettagliatamente sul quotidiano di ieri (e sul nostro sito laprovinciadicomo.it). Nella mattinata di sabato il signor Stalla, 61 anni, comasco, alle prese con grossi problemi di salute e - di fatto - da qualche tempo non più autosufficiente, si sente male e viene portato in pronto soccorso in ambulanza.

Garantiscono i famigliari che, all’arrivo in ospedale, sia stato fatto presente al personale che il loro caro aveva bisogno di assistenza. La moglie ha così chiesto di poter entrare per stare con lui: richiesta respinta. «Ci hanno detto che il motivo era il Covid» ha spiegato il figlio, Matteo Stalla, ma quella motivazione non può reggere visto che da mesi ormai viene concesso ai parenti, se serve, di seguire il paziente in pronto soccorso. Fatto sta che nel corso del pomeriggio il paziente è scomparso. Su questo aspetto c’è un mistero: il signor Stalla se n’è andato senza che nessuno se ne sia accorto oppure - come sembrerebbe dalla procedura di riammissione di alcune ore più tardi - è stato dimesso? Di sicuro seduta in sala d’attesa c’era la moglie, e nessuno l’ha informata.

«A noi nessuno ha detto nulla, né ci hanno chiesto scusa. Adesso intendo andare fino in fondo per capire qual è la verità: sono cose che non devono succedere... non possono succedere. E per fortuna che è finito tutto bene»

Anche su questo aspetto il figlio chiede chiarezza: «Mia mamma - spiega Matteo Stalla - ha detto che in serata un’addetta dell’ospedale le aveva confermato che era dalle tre del pomeriggio che cercavano mio padre. Quando a noi l’hanno detto che ormai erano e sei». Insomma, tre ore senza essere informati. Con il paziente che ha percorso cinque chilometri a piedi e ha raggiunto Muggiò, dov’è stato trovato da un genero, uscito a cercarlo dopo che è finalmente stato dato l’allarme per quell’allontanamento.

«Tornati in pronto soccorso in serata, a quel punto mia madre è stata fatta entrare. E oggi (ieri ndr) è con lui in ospedale, dopo che hanno deciso di ricoverarlo per via delle sue condizioni». Ma la storia è tutt’altro che finita: «A noi nessuno ha detto nulla, né ci hanno chiesto scusa. Adesso intendo andare fino in fondo per capire qual è la verità: sono cose che non devono succedere... non possono succedere. E per fortuna che è finito tutto bene».

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