Mancano fondi all’hospice San Martino: «Così rischiamo davvero di chiudere»

Como I conti non tornano. «Istituzioni e società civile scordano il tema del fine vita?». Il direttore: «Dalla Regione riceviamo 286 euro per letto. Ma ne servono molti di più».

L’Hospice lancia un grido d’allarme: «Pochi fondi, rischio chiusura».
Secondo Cristian Belloli, il direttore dell’Hospice San Martino, il servizio di cure palliative interno al parco cittadino non è più economicamente sostenibile, le istituzioni e la società civile devono «farsi carico del tema del fine vita» e servono aiuti concreti alla struttura.

La situazione generale

«Gli hospice sono in grande difficoltà – spiega il direttore - manca sempre di più una sostenibilità economica che possa garantire adeguato personale e quindi serenità in un percorso tanto delicato. Ogni giorno gli operatori vivono la morte, impegnano risorse e sacrificano la propria vita privata, costretti a turni massacranti per un nobile obiettivo: accompagnare con dignità e rispetto». L’hospice, di proprietà dell’Asst Lariana, da diversi anni è dato in gestione all’esterno. È il Consorzio Asp a prendersi cura dei pazienti attrezzando dieci posti letto, l’ente fa capo ad una cooperativa sanitaria milanese, Paxme.

«Il budget finanziato dalla Regione in base alle linee nazionali non basta – dice Belloli – sono 286 euro per letto al giorno, ma i costi effettivi sono molto superiori. Senza donazioni e contributi privati non potremmo andare avanti. Senza il volontariato non avremmo un futuro. In questo momento storico è complicato trovare personale, in più i nostri contratti in convenzione ci obbligato ad avere un organico molto risicato. Basta una assenza, una malattia, per metterci in crisi. Negli ultimi due anni i nostri posti sono sempre saturi, c’è sempre la lista d’attesa. Nel Comasco per le cure palliative e il fine vita i letti sono meno rispetto a quanto previsto dalle norme. Con le strutture di Mariano Comense ed Erba arriviamo a 35 mentre rispetto agli abitanti totali dovremmo arrivare a 60 posti».

Il fine vita è un tema che fatica ad accendere i riflettori, ma che di certo riguarda tutti. La Federazione cure palliative e Uneba, ente che rappresenta le Rsa, hanno già preso posizione sul tema a livello regionale esprimendo grave preoccupazione. Secondo questi enti la tariffa per sostenere i costi di gestione degli hospice in Lombardia dal 2010 è stata incrementata di soli 16 euro, il 6,2%. L’inflazione ha superato il 33%.

«Mancano di fatto circa 50 euro al giorno per andare in pari - dice Massimo Sparpaglione, dirigente di Asp e Paxme - stiamo in piedi grazie alla generosità di cittadini e associazioni. Noi siamo piccoli e non possiamo fare economie di scala. Non possiamo lavorare in deficit per anni. Istituzioni, tessuto sociale e produttivo ci diano ascolto».

Un sostegno indiretto

«È una problematica importante – commenta Gisella Introzzi, ex assessore e presidente di Accanto, associazione che sostiene l’Hospice San Martino – gli aumenti tariffari anche a livello nazionale non sono mai stati validati. È cruciale che il nostro hospice continui a vivere e resti all’interno del parco. La nostra associazione sostiene il servizio in maniera indiretta, le donazioni aiutano la struttura ad inserire fisioterapisti e attività. In più formiamo i volontari e ci occupiamo di manutenzioni e strumenti in capo all’ex azienda ospedaliera»

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