Mancano medici? Sconto sull’affitto

Sanità Accordo tra Regione e Aler per la cessione di ambulatori a prezzi calmierati e favorevoli ai professionisti

Gli immobili dell’Aler a prezzi calmierati per ospitare gli ambulatori dei medici di famiglia. A giugno Regione e Ats devono aprire un secondo bando per reclutare medici di medicina generale. L’ultimo ad aprile ha ricevuto soltanto 14 candidature. Nella nostra provincia per garantire un corretto rapporto numerico tra medico e pazienti mancano 89 camici bianchi, sugli oltre 300 posti complessivi previsti sul territorio, al netto di alcuni Comuni che sono stati accorpati.

Dunque, per invogliare maggiormente i nuovi medici, con l’Aler sono stati individuati degli spazi dagli affitti contenuti per aprire gli studi. Studi che altrimenti i medici in qualità di libero professionisti devono trovare da soli e pagare a prezzo di mercato. Per quanto riguarda la città di Como le prime disponibilità sono state date a Prestino in via Sanzio e a Lora in via Majocchi. Sono metri quadrati già liberi, fanno sapere dalla Regione. Altre strutture potranno essere cercate in provincia, i Comuni sono al lavoro con l’Ats per offrire nuove soluzioni ai medici di famiglia.

Questo è solo uno degli incentivi pesanti per raccogliere più domande. Per le aree carenti più periferiche ci sono anche de bonus economici.

Neo laureati

La previsione della Regione sull’imminente bando di giugno è che rispondano all’appello più medici, almeno una trentina. Il motivo è che a questa seconda chiamata possono partecipare anche i medici provenienti da fuori regione e i neo laureati appena specializzati che a marzo non avevano fatto in tempo a presentare la domanda perché ancora sprovvisti del titolo. Anche in passato i bandi pubblicati successivamente hanno riscosso maggiore successo, circa il doppio rispetto al primo tentativo.

Fare fronte al turnover

Quel che più preoccupa la Regione è la necessità di far fronte al turn over, visto che il numero dei pensionamenti negli ultimi due anni è raddoppiato rispetto alla media del decennio precedente. Quindi la Regione sta pensando di costruire bandi dedicati ai neodiplomati e ai corsisti, soprattutto per coprire le zone carenti e meno ambite. Non solo, è previsto un aumento del numero degli assistiti che anche i giovani corsisti possono coprire, fino a 1500 pazienti. All’orizzonte poi ci sono le case di comunità, la prima nel Comasco aperta a marzo in via Napoleona, che dovrebbero riunire i medici di medicina generale anche per seguire i pazienti rimasti senza curante. In questi centri, 11 nella nostra provincia, i medici potrebbero contare su assistenti, infermieri, servizi di segreteria, ma anche strumenti di diagnostica come l’elettrocardiogramma o la spirometria. Ad oggi però manca un accordo tra le parti.

«Il problema di fondo purtroppo è che i giovani nuovi medici di famiglia sono pochi - commenta Massimo Monti , segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale – rispetto al fabbisogno dei territori e ai tanti pensionamenti. E quindi temo che queste misure arrivino tardi».

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