Mandò uomini incappucciati ad assalire a martellate il rivale: il marito è rinviato a giudizio per tentato omicidio

Menaggio Ieri l’udienza preliminare a carico degli ucraini - il marito e il suo complice - per tentato omicidio, lesioni e rapina. Per l’accusa avevano ridotto in fin di vita l’amante della moglie di uno dei due: entrambi negano

Rinvio a giudizio per il marito, Andrey Kostenko, promotore finanziario ucraino residente a Tremezzina, data fissata per i primi giorni del nuovo anno. Rito abbreviato, invece, per il presunto complice, Hennady Chermenko, coetaneo in arrivo pure lui dall’Ucraina.

Si è conclusa così l’udienza preliminare, di fronte al giudice Carlo Cecchetti, per il tentato omicidio avvenuto nei pressi di un parcheggio dell’ospedale di Menaggio quando un uomo di Lenno, 37 anni, sospettato di essere l’amante della moglie di Kostenko, fu trovato in auto con lei e preso a martellate da uomini incappucciati.

Le indagini

La vittima fu ridotta in fin di vita, colpita al volto e alla testa nel corso di un raid punitivo su cui indagò il pubblico ministero Mariano Fadda.

Nell’udienza preliminare che si è tenuta in queste ore, il marito aveva provato a chiedere un abbreviato (non accolto) subordinato all’audizione di più testi, arrivando alla fine al rinvio a giudizio.

Il presunto complice invece ha ottenuto l’abbreviato subordinato ad una perizia psichiatrica sui colpi e le lesioni portate al trentasettenne di Lenno, per verificare se questi fossero davvero in grado di provocare la morte. L’incarico verrà affidato nel corso di una apposita udienza fissata a novembre. La moglie di Kostenko si è costituita parte civile e con lei anche l’uomo che fu preso a martellate che non era presente in aula.

I fatti risalgono al 21 settembre del 2021. Il promotore finanziario con casa a Tremezzo, sposato con una donna molto più giovane di lui originaria del Kazakistan, sarebbe stato (secondo la tesi accusatoria) l’organizzatore dell’aggressione alla compagna e al suo presunto amante che si erano appartati in macchina.

La brutale aggressione

Tre uomini, due con il volto coperto da un passamontagna, avevano preso a martellate il malcapitato che, ferito in modo serio, era stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale Sant’Anna. Anche la moglie era rimasta ferita, seppur in modo più lieve. Tra le contestazioni avanzate dalla Procura ci sono infatti anche quelle di lesioni e di rapina ai danni della donna, cui fu sottratto il telefono cellulare.

Subito dopo l’agguato, brutale per dinamica ed esecuzione - in cui solo l’arrivo di un’altra auto (che con i fari aveva illuminato la scena, avvenuta di sera) aveva evitato esiti ancora più gravi – tutti erano scomparsi nel nulla. Una dinamica che aveva subito fatto pensare ad un piano organizzato in tutti i dettagli. I sospetti – da subito indirizzati verso il marito – portarono a ritenere plausibile un allontanamento verso la vicina Svizzera. L’uomo era stato infatti preso non nell’immediatezza dei fatti ma nei giorni successivi quando si registrò con un falso nome (in arrivo dall’Ungheria) in un hotel di Milano.

Marito e presunto complice hanno sempre negato ogni loro coinvolgimento in questa vicenda. Decisive, per la formalizzazione dell’accusa di tentato omicidio non solo al promotore finanziario ma anche al suo fedele accompagnatore, erano state le indagini compiute dai carabinieri del nucleo investigativo di Como assieme ai colleghi della stazione di Menaggio e del nucleo operativo radiomobile sempre della compagnia menaggina.

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