Mezzo milione di tasse non pagate. E voleva il reddito di cittadinanza

La sentenza Fermato con oro e contanti al confine con la Svizzera. Condannato a un anno: secondo i giudici cercava di nascondere fondi neri

Se devi al fisco 360mila euro (nel frattempo saliti a mezzo milione) e ti trovano con un lingotto d’oro e oltre 5mila euro in contanti addosso mentre cerchi di entrare in Svizzera, la prima cosa che pensi è: che stia cercando di mettere al “sicuro” fondi neri? E se è vero che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina, allora non stupisce che la Corte di Cassazione abbia confermato la condanna a un anno di reclusione a carico di Giordan Hudorovich, 38 anni originario di Asti ma residente a Montello (Bergamo), vecchia conoscenza delle banche dati di polizia. Hudorovich è stato condannato in via definitiva per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

L’indagine

Tutto ha preso il via poco prima del mezzogiorno del 27 maggio 2020. Mentre erano ancora in auge le limitazioni dovute al lockdown per via del Covid, i finanzieri di Como hanno visto una lussuosa Merdeces dirigersi verso la Svizzera. E, quindi, hanno deciso di fermarla e di sottoporla a controlli. Alla guida un personaggio anche lui noto alle forze di polizia, per aver partecipato a una furiosa sparatoria in quel della provincia di Bergamo nel 2017. Accanto a lui Hudorovich. Alla domanda dei finanzieri se avessero merce o valuta con loro, hanno risposto di sì: qualche contante per giocare al Casinò. In particolare Hudorovich è stato trovato con poco più di 5mila euro in contanti divise in 101 banconote da 50 euro e un lingotto d’oro puro dal peso di 100 grammi (valore di circa 6mila euro). I due vengono fermati per approfondire i controlli, ed emerge che Hudorovich è debitore del fisco di 363mila euro (che saliranno a quasi 500mila solo un paio d’anno dopo, quando è finito a processo). Da qui la decisione: sequestro di lingotto e valuta e denuncia per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Il processo

Sia il primo grado che la Corte d’Appello avevano confermato la condanna a un anno di reclusione. In particolare a Como il giudice aveva sottolineato come «l’assenza di altri beni aggredibili in Italia» intestati o riconducibili a Hudorovich «consente ragionevolmente di ritenere che il trasferimento all’estero di valuta e oro fosse finalizzato a rendere inefficace la procedura di riscossione» da parte dell’erario. Soprattutto a fronte del fatto che «i connotati fraudolenti dell’azione devono rinvenirsi anche nella giustificazione palesemente pretestuosa fornita dall’imputato agli operanti, quella dell’intenzione di utilizzare il denaro per giocare al casinò, quando è notorio che nel periodo di emergenza sanitaria erano chiusi».

La Cassazione ha respinto il ricorso del legale di Hudorovich e confermato così la condanna. L’inchiesta e il processo, peraltro, hanno anche consentito di evitare una clamorosa beffa per le casse pubbliche: i finanzieri nel scorso dell’inchiesta, avevano scoperto la richiesta, formalizzata dallo stesso Hudorovich, di poter anche incassare il reddito di cittadinanza.

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