Natale a Como, i negozianti: «Era Disneyland? Ora è un cimitero»

Il caso Il presidente di Confcommercio replica al sindaco chiedendo che si trovi una soluzione di compromesso: «Comune e Balocchi, c’è una battaglia tra realtà potenti»

«C’è una via di mezzo tra Disneyland e un cimitero inglese». Utilizza questa frase il presidente di Confcommercio Giovanni Ciceri per replicare al sindaco Alessandro Rapinese che, commentando le lamentele dei negozianti sulle presenze in città (e, di conseguenza, le ripercussioni sulle vendite) aveva parlato di «bulimia» accusandoli di non sapersi accontentare in un anno che ha fatto registrare un boom turistico estivo e non solo e sottolineando la necessità di tutelare anche gli interessi dei residenti.

«Bulimici? Comune anoressico»

Ciceri rivendica «l’atteggiamento responsabile sempre assunto nei confronti del Comune e di tutti gli enti locali», di non aver «mai alzato i toni come nostra consuetudine» e dice che «non lo faremo neppure oggi». Dà però una sua lettura della situazione: «La verità - le sue parole - è che ci troviamo nel mezzo di una battaglia tra due realtà molto potenti e molto importanti di Como. Da una parte il Comune e dall’altra la Città dei Balocchi. Poiché non vi è stata la capacità di mediare da parte di entrambi, il risultato pare non essere stato oggettivamente di elevata soddisfazione per la comunità».

L’accusa che viene mossa all’amministrazione comunale, in un momento storico in cui l’inflazione alle stelle e una classe media con minor potere d’acquisto stanno causando ovunque ricadute negative sul commercio, di non aver fatto abbastanza per cercare di attrarre persone in centro. I commercianti associano il calo di presenze alle minori illuminazioni sui monumenti (quest’anno sono state realizzate dal Comune in quattro piazze e a Porta Torre) rispetto al passato con la Città dei Balocchi. Meno persone - meno affari è l’equazione che fanno, tra l’altro con una congiuntura economica sfavorevole a livello nazionale (e non solo).

Il numero uno dell’associazione di via Ballarini ribatte con fermezza all’accusa di “bulimia” mossa dal primo cittadino. «Non condividiamo - dice - il tono e le accuse che sono state mosse ad alcuni nostri associati, di egoismo ed addirittura di “bulimia commerciale” ed allo stesso modo non possiamo apprezzare l’attuale “anoressia comunale”». Annuncia che a breve ci sarà un incontro tra gli associati e che, successivamente, verrà richiesto un confronto con Palazzo Cernezzi. «Già nei giorni scorsi - aggiunge Ciceri - abbiamo convenuto di incontrarci all’inizio di gennaio per elaborare al nostro interno e poi presentare osservazioni e proposte costruttive da proporre all’amministrazione. Vorremmo sempre e comunque condividere e sostenere le scelte che coinvolgono la città». Prosegue dicendo: «I negozi e pubblici esercizi devono confrontarsi con le esigenze dei cittadini e la vivibilità per coloro che vogliono fruire del centro. Allo stesso tempo però vi invito a chiudere gli occhi e passeggiare in una città dove tutti i negozi sono chiusi dove le saracinesche sono abbassate e la luce degli esercizi spente».

«Superare le “Ticosità”»

E conclude con l’invito a cambiare strategia. «Forse è giunto il momento di superare la politica dei veti incrociati e delle “Ticosità” tanto care a certi ambienti cittadini». Auspica una sorta di compromesso citando un tema, come quello della Ticosa, ferma da 40 anni a causa di polemiche, scontri e del non saper fare squadra.

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