Niente bagni a Como? C’è chi usa i cespugli. Aggredito un residente che si è lamentato dell’accaduto

La denuncia I bisogni all’aria aperta e un lettore racconta cosa gli è successo per aver mosso una critica

Domenica 19 maggio è saltata fuori una storia che dice qualcosa del livello di “invasività” di un certo tipo di turismo e del livello di sopportazione dei residenti rispetto a certi comportamenti via via più diffusi (e tipici di tante altre città turistiche alle prese con le conseguenze dell’overtourism).

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Un residente di passaggio nella zona dei giardini a lago, più o meno di fronte allo stadio, ha raccontato di essersi imbattuto l’altroieri attorno alle 16 in una mamma che aiutava la sua bambina a espletare alcuni rilevanti bisogni china su un cespuglio accanto al marciapiede. Papà, invece, rideva. Quando le è stato fatto notare che marciapiede, cespugli e giardini (o quel che ne resta, visto i lavori in corso) non sono bagni pubblici, il padre ha reagito con una certa veemenza, scagliandosi contro il suo interlocutore, minacciandolo, prendendo il numero di targa dell’auto e provando anche ad aprirne la portiera, come volendo passare alle vie di fatto. L’automobilista colpevole di avere mosso quell’unico rilievo è stato costretto a fuggire a tavoletta, non prima di avere a sua volta scattato - pare - un paio di foto del suo aggressore, rivolgendosi infine alla polizia locale per notificare l’accaduto. Sembra anche che più avanti, in quegli stessi istanti due stranieri (genitori e bambina erano invece italianissimi) si stessero servendo di un muro come di un vespasiano, anche in questo caso poco o nulla curandosi degli altri passanti.

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