Nuovi giardini a lago, per via di un altro ricorso al Tar i lavori slittano ancora

L’intervento Udienza dei giudici amministrativi il 25 e la consegna dell’area passerà dal 19 al 29 gennaio. Il cantiere partirà dalle demolizioni e dalla “battery”

La maledizione sul cantiere dei giardini a lago prosegue e ai problemi progettuali iniziali, alle modifiche, ai rinvii e poi alle vicende burocratiche e amministrative (con ricorsi al Tar e controricorsi) si aggiunge adesso un’altra grana che porterà a un ulteriore (si spera breve) slittamento in avanti della partenza del cantiere.

Nel dettaglio da quanto si apprende a causare l’ennesimo stop è un nuovo ricorso al Tar (con richiesta di sospensiva) presentato dal chiosco-bar verso il lungolago Mafalda di Savoia, che non è previsto nel nuovo progetto. L’udienza è stata fissata dai giudici amministrativi per il 25 febbraio e, per questo motivo, è stato deciso di attendere la decisione prima di formalizzare la consegna del cantiere all’azienda che dovrà eseguire i lavori.

Le prossime fasi

La nuova data segnata sul calendario - ammesso che il Tar non conceda la sospensiva, altrimenti sarebbe tutto da rimettere in discussione - è ora quella della settimana di lunedì 29. Uno slittamento, quindi, di dieci giorni rispetto a quanto era stato annunciato dal sindaco Alessandro Rapinese e, cioè, venerdì 19.

Ad eseguire le opere sarà l’azienda Helios Consorzio Stabile Società Consortile di Favara (Agrigento) mentre come direttore lavori ci sarà l’architetto Gianni Artuso, che aveva firmato anche il progetto definitivo e quello esecutivo. Dal momento della consegna i tempi previsti sono 365 giorni, quindi un anno esatto per la trasformazione completa dell’area dei giardini a lago.

Il progetto prevede, al posto del minigolf, la creazione di una maxi struttura con spazi commerciali e pensiline protette, la cosiddetta “battery” all’interno della quale saranno ricavati due chioschi, una piccola biblioteca e un’area espositiva. Previsti, ovviamente, anche i servizi igienici. Di fianco all’area commerciale ci sarà anche una fontana con zampilli da terra. Verso via Corridoni una grande zona verde con una parte ad anfiteatro per eventi e spettacoli. Resterà la locomotiva mentre saranno rifatti i percorsi pedonali. Addio, invece, alla storica fontana di roccia che sarà demolita: sarà conservato solo il “mascherone” che troverà spazio nel piccolo museo ricavato nella battery”.

Convivenza con le partite

Si sta infine dialogando con la Questura per definire esattamente le modalità di convivenza del cantiere con le partite al Sinigaglia. L’opzione più semplice sarebbe quella di eliminare le barriere in metallo recintando tutta l’area dei giardini, ma si sta valutando se questo sia compatibile con le disposizioni che prevedono l’utilizzo della piccola porzione della zona delimitata con le barriere mobili (in questo caso il cantiere dovrebbe tenere conto anche del riposizionamento per le partite). Sembra comunque ormai definito che si partirà dall’area verso lo stadio lasciando invece alla fase due quella verso il lungolago Mafalda di Savoia.

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