Nuovo Palaghiaccio. «A Como è un progetto vitale, mentre Varese lo ha già»

Il progetto Appello del presidente dell’Hockey Como. «Ogni settimana 3mila presenze, numeri importanti. Ragazzi costretti ad andare a Chiavenna per allenarsi»

«A Como lo stadio del ghiaccio, andava fatto almeno da trent’anni». Se parlate del palazzetto al presidente dell’Hockey Como, Massimo Tacci, toccate un nervo scoperto. Il massimo dirigente biancoblù è alle prese con i problemi di Casate, un giorno sì e l’altro pure.

«La capienza limitata a 99 persone da troppi anni, il tabellone da rifare, il problema dei piccioni che sporcano anche il terreno di gioco e gli spogliatoi da sistemare: sono solo alcune delle situazioni che non vanno - dice Tacci -. Non è accettabile che i ragazzi delle giovanili si debbano cambiare all’aperto, al freddo durante l’inverno».

L’assegnazione delle Olimpiadi a Milano aveva acceso la speranza di un restauro di Casate o di un nuovo stadio, ma sino ad ora non si è mosso nulla. Si è mosso molto invece a Varese che, dopo il palazzetto nuovo, ne potrebbe avere un altro se la Regione la preferisse a Como. «Qui non c’entra la rivalità sportiva che c’è tra le due città- spiega il massimo dirigente dell’Hockey Como -. Qui si tratta di venire incontro anche alle esigenze di una piazza come Como, che nell’hockey su ghiaccio ed anche nel pattinaggio, ha una lunga tradizione. Perché Varese dovrebbe avere un altro palazzetto? Forse perché contano anche gli appoggi politici? In primis quello del ministro Giorgetti? Noi dobbiamo avere la stessa forza politica».

In ballo c’è anche il futuro della società. «Ogni settimana arriviamo ad almeno 3.000 presenze: Casate è sicuramente uno dei palazzetti più frequentati di Como. Purtroppo - aggiunge Tacci - però le condizioni nelle quali versa sono sotto gli occhi di tutti. Dei nostri tifosi ma anche di quelli (pochi per la verità, vista al capienza limitata) delle società ospiti. E non solo nelle gare della prima squadra ma anche e soprattutto per le giovanili». Un palazzetto messo a posto o, meglio ancora uno nuovo, magari più ampio, risolverebbe i problemi delle tante giovanili dell’Hockey Como. E anche delle altre società di attività sportive su ghiaccio.

La situazione

«Siamo costretti a fare dei veri e propri tour de force per consentire gli allenamenti - aggiunge Tacci -. I ragazzi si devono spostare a Chiavenna, Pinerolo e Sesto San Giovanni per potersi allenare. Con un palazzetto più funzionale, magari potrebbero restare a Como». Il presidente è sicuro che è il momento giusto per poter accedere ai finanziamenti per una nuova struttura.

«È anche il momento per capire se questa città crede in un futuro per lo sport del ghiaccio - dice -. I numeri che ho elencato in precedenza, parlano di un movimento importante e vitale, che però è come costretto in una struttura che, negli ultimi anni, ha sempre avuto molte problematiche. E che, questo è sicuro, se non si interverrà, ne avrà anche nei prossimi. Con tutte le conseguenze del caso e con tutti i rischi, anche per le società». Eppure qualcosa si muove, secondo Tacci. «Il sindaco Rapinese si sta impegnando per avere una nuova struttura e lo sta facendo, senza clamore ma lavorando con la federazione italiana sport del ghiaccio e con la Regione Lombardia», conclude il presidente.

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