Paratie, crolla il castello di accuse: ecco cosa dice la sentenza “salva tutti”

Processo Colpo di spugna dei giudici milanesi. L’ex sindaco Lucini e i “suoi” dirigenti sono innocenti per il «non doversi procedere» in seguito «all’intervenuta prescrizione» ma anche «perché il fatto non sussiste»

Accuse crollate. Imputati che dopo anni di calvario ne escono senza contestazioni, assolti con formule diverse, per il «non doversi procedere» in seguito «all’intervenuta prescrizione» ma anche con l’assoluzione «perché il fatto non sussiste». Il processo alle paratie antiesondazione del Lago di Como finisce con un colossale – visto il clamore iniziale – nulla di fatto. Scagionati l’ex sindaco di Como Mario Lucini, duramente provato negli anni da questa complessa vicenda giudiziaria, ed anche nell’ordine tutti i tecnici e gli imprenditori che erano stati condannati il primo grado, a partire da Pietro Gilardoni (che da solo aveva sul capo ben quindici capi di imputazione), Antonio Ferro, Antonella Petrocelli, Maria Antonietta Marciano, Antonio Viola, Giovanni Foti. Confermate le decisioni in merito al non doversi procedere che già erano state prese (sempre in primo grado) per l’altro ex sindaco Stefano Bruni, Graziano Maggio e la Sacaim, che andavano ad aggiungersi alle assoluzioni di Ciro Di Bartolo e Virgilio Anselmo che l’accusa non aveva appellato.

Resta in piedi una sola accusa

In piedi, di tutto questo pandemonio di fascicoli e accuse, è rimasto solo il capo 22 contestato a Foti e Gilardoni, quello che ha portato ad una condanna di sei mesi per aver comunicato l’elenco riservato delle ditte che erano state invitate alle gare per i lavori di piazza Volta, via Garibaldi, piazza Roma e piazza Grimoldi.

La sentenza, che inevitabilmente farà discutere vista l’importanza che questa vicenda giudiziaria aveva avuto in città (collegandosi anche al peso specifico dell’opera che era finita sotto la lente della procura), è stata letta nel primo pomeriggio di ieri. Presenti in aula, liberi di gioire dopo tanta sofferenza, c’erano il l’ex sindaco Lucini con la moglie e la figlia, ma anche tutti gli altri imputati fatta eccezione per Bruni e Foti.

Si era partiti, anni fa, da 23 capi di imputazione, da contestazioni che andavano dalla presunta turbativa del bando per gli incarichi di progettazione della terza perizia di variante delle paratie per arrivare al falso, alla corruzione per i lavori di Salita Peltrera fino alla già citata rivelazione dei segreti d’ufficio per le opere pubbliche cittadine. Il Comune era stato passato al setaccio, stravolto, ribaltato, con la presenza assidua e i carteggi continui con l’Anticorruzione. Una inchiesta che aveva portato all’emissione di misure cautelari, al carcere, all’iscrizione sul registro degli indagati di due ex sindaci, Stefano Bruni e Mario Lucini, accanto a nomi di imprenditori e tecnici di Palazzo Cernezzi. Una maxi indagine, quella condotta dal pm Pasquale Addesso, che aveva sconvolto la città, finendo di rimando in aula in un processo che aveva fatto discutere e scrivere. In 11 erano arrivati davanti ai giudici del Tribunale di Como. Al termine della requisitoria di primo grado, la pubblica accusa aveva invocato più di 40 anni di carcere. In piedi erano rimaste le ipotesi di reato relative al presunto “spacchettamento” delle paratie, con conferimenti e incarichi a tecnici che l’accusa aveva definito un «frazionamento artificioso» con il fine di «eludere la normativa e i criteri di trasparenza e correttezza dei bandi».

Sacaim e l’errore di progetto

Inoltre, il Tribunale di Como aveva riconosciuto il presunto falso attestamento del mancato superamento della soglia del 20% per errore di progetto che avrebbe dovuto portare alla risoluzione con Sacaim. Condanne erano state lette anche per la presunta corruzione legata ai lavori di allargamento di Salita Peltrera (contestata a Viola e Gilardoni) e la rivelazione dei segreti d’ufficio (per Gilardoni e Foti). Un granello, quest’ultimo, che è stato l’unico a resistere all’ondata che ieri pomeriggio ha spazzato via l’indagine sulle paratie di Como.

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