Pessina, atti vandalici nei bagni: ora modulo e chiave per entrare

Il caso Gli studenti devono segnare nome e cognome prima di accedere. «Provvedimento dopo l’urina per terra, tombini intasati e porta sfondata»

«Si sono verificati diversi episodi che io definisco atti vandalici e per i quali avevo mandato una circolare, avvisando che avrei preso provvedimenti se si fossero ripetuti. Così è stato, ecco perché sono arrivata a questa decisione».

Così la preside del Pessina Nora Calzolaio spiega per quale motivo ha preso la decisione di chiudere i servizi igienici della scuola, utilizzabili ora solo chiedendo la chiave ai bidelli e lasciando il proprio nome e cognome.

Un provvedimento che non è piaciuto agli studenti e che si sono lamentati, pur comprendendo che certi atteggiamenti non possono essere tollerati.

La preside, interpellata, spiega quanto accaduto nei giorni scorsi.

«Non è un vero e proprio modulo da compilare - chiarisce la dirigente scolastica - ma un foglio su cui si annota il nome dello studente che ritira la chiave e firma quando viene riportata, così sappiamo chi accede. Non è la prima volta dall’inizio dell’anno che si verificano certi episodi, direi atti vandalici. In particolare, nel bagno dei maschi è stata trovata urina per terra, nella sede di Appiano è invece stata sfondata la porta di un bagno e davanti al mio ufficio c’era un tombino collegato ai bagni volutamente intasato, con molta quantità di carta. Quando sono arrivati gli operatori mandati dalla Provincia a spurgare, tutto il cortile era pieno di carta. Non era carta igienica perché abbiamo quella apposta per evitare che questo accada, si trattava di un assorbente o fazzoletti. Dato che il mio primo anno qui si ostruirono diversi tombini e all’interno erano stati trovati addirittura cucchiani, avevo detto di prestare attenzione a quello che veniva buttato nei bagni. Per arginare questi episodi, ho deciso di chiudere i bagni». Un provvedimento arrivato, come detto, dopo un primo avvertimento.

«Prima avevo fatto una circolare dicendo che se si fossero verificati ancora questi episodi, avrei preso dei provvedimenti. Accadono durante l’intervallo, difficile controllare tutti i ragazzi, così invece si riesce. Riguardo la lamentela per cui i docenti non fanno uscire gli studenti, io stessa ho raccomandato di non farli uscire nelle prime ore e vicino all’intervallo perché non dovrebbero avere urgenze, ma comunque vedo che vanno a tutte le ore. Ci sarà qualche docente più rigido, ma li vedo anche in due o davanti alle macchinette. Che ci sia questo clima di repressione non è vero».

E conclude: «La cosa è temporanea: se li riapro e si verificano, li richiudo. Spesso succede con studenti delle prime classi, ma non posso esserne certa. Se dico una cosa, mantengo la parola. Più che ribadire che devono avere cura di tutti gli arredi della scuola, non so cosa fare. Non si può mettere una persona che controlli a tutte le ore. Da quando sono chiusi, non è più successo niente».

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