Picchia a sangue la compagna. Ieri la condanna: 4 anni di carcere

La sentenza Il 14 maggio dello scorso anno la chiuse all’interno del bar e la picchiò. La difesa ha optato per il rito abbreviato con sconto di un terzo della pena

L’episodio più grave avvenne il 14 maggio dello scorso anno, quando la compagna – vittima di questa brutta storia – fu chiusa all’interno del suo bar e picchiata, trascinata per i capelli, costretta su una sedia ed infine colpita più volte. Riuscì anche a scappare, venendo poi ripresa e chiusa di nuovo dentro al bar. Fu portata al pronto soccorso e fu dimessa con una prognosi di 30 giorni. Ma anche mentre si trovava in ospedale, il compagno – nelle scorse ore finito davanti ad un giudice – la raggiunse, lasciandole un biglietto sul parabrezza dell’auto.

La vicenda aveva poi abbracciato altri episodi, dopo che i carabinieri della Compagnia di Como avevano sentito la donna. Un racconto dell’orrore, quello finito nelle carte dell’indagine, poi confluito nel fascicolo del pm Antonio Nalesso che ha contestato all’uomo, 48 anni originario della Brianza Monzese, non solo l’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia ma anche quella di lesioni e pure di sequestro di persona.

Il fascicolo che rientra in quelli che vengono definiti “codici rossi”, è approdato in aula ieri mattina di fronte al giudice dell’udienza preliminare Carlo Cecchetti. La difesa ha scelto il rito abbreviato, che porta allo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. E così è andata, visto che il giudice ha letto proprio una sentenza di condanna quantificata in 4 anni. Come detto, l’episodio del 14 maggio scorso, pur essendo il più grave (la donna riportò ben 30 giorni di prognosi con anche la frattura delle costole) non era stato l’unico a finire nel capo di imputazione della procura di Como. Almeno in un’altra occasione la compagna era finita all’ospedale, ovvero il 15 marzo quando l’uomo le aveva messo le mani collo, mentre il 6 aprile (sempre del 2023) la vittima aveva rimediato pugni in faccia che le avevano lasciato un occhio nero e segni sul volto, con anche la perdita di un dente.

Tra le accuse formulate dal pubblico ministero c’erano anche quella relativa al danneggiamento del bar dove la donna lavorava e la sottrazione di 5 mila euro dalla cassa della stessa attività commerciale.

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