«Portare i clandestini in Barbagia». Bufera su Rapinese, sardi furiosi

Il caso Le parole del sindaco fanno scalpore nell’isola e finiscono sulle cronache nazionali. Bersani parla di «inflazione di stupidaggini». Il vice ministro Todde: «Mentalità coloniale»

Una frase. Poche righe che sono presto rimbalzate da Como alla Sardegna. Per poi finire sotto i riflettori della cronaca nazionale.

Le dichiarazioni sono quelle rilasciate a La Provincia dal sindaco Alessandro Rapinese. L’argomento era la violenza sessuale subita da una donna in pieno centro, vicino al Tribunale. Il presunto aggressore, uno straniero.

«Se io fossi il legislatore non consentirei la libera circolazione a chi non ha i documenti in regola - aveva detto al nostro giornale - E mentre si attende che vengano rimpatriati, ci sono ampie zone deserte della Barbagia che potrebbero ospitarli».

Parole che non sono passate inosservate al di là del mare. Ma hanno avuto una forte eco, sui quotidiani e, ovviamente, anche sui social. Pesanti critiche sono arrivate al primo cittadino da altri politici. Sia sardi che non.

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La precisazione

Il primo cittadino, ieri, ha ricevuto numerose telefonate, dai giornalisti e non solo: «Mi stanno chiamando tutti, anche amici della Sardegna. Ma ho citato la Barbagia semplicemente perché è una terra che in gran parte è disabitata, l’ho attraversata più volte e la conosco». E ha poi aggiunto: «Visto che un clandestino non dovrebbe stare sul suolo del nostro Paese, ho pensato a un posto in cui non potesse fare danni, proprio perché disabitato, in attesa dell’espulsione. Mi dispiace moltissimo che i sardi si siano arrabbiati, non volevo offendere nessuno». E ha poi concluso citando un altro luogo: «Ci ho riflettuto, e in effetti ho sbagliato: un posto in cui i clandestini saranno sicuramente accolti volentieri è Capalbio».

La bufera

Il deputato di Sinistra Italiana Pier Luigi Bersani non ha usato mezze misure nel commentare la prima - infelice - frase. E ha twittato: «Sindaco di Como: i migranti in Barbagia. Ormai l’inflazione di stupidaggini è a tripla cifra».

Dall’isola, il deputato e coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci, già presidente della Regione Sardegna, non è stato meno duro: «Il sindaco di Como sappia - ha scritto su Facebook - che il deserto è nella sua testa, non in Barbagia».

«Le frasi razziste del sindaco leghista (Rapinese non è leghista, ma un civico, ndr) di Como, Alessandro Rapinese, sulla mia terra, la Barbagia, sono degne di un uomo delle caverne - ha affondato su Twitter il vice ministro al Mise e vicepresidente del M5s, Alessandra Todde - Denotano ignoranza sconfinata e una mentalità coloniale. Si scusi e si vergogni».

«Il clima elettorale - afferma la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd) - sta offuscando la lucidità di giudizio di qualche personaggio in cerca d’autore. Il sindaco di Como sappia che in Barbagia, quando siamo stati chiamati a farlo, noi abbiamo accolto gli immigrati nel migliore dei modi». E ancora, il deputato sardo di FdI, Salvatore Diedda, ha invitato il sindaco comasco a scusarsi. Anche «comprando spazi pubblicitari nella sua città e nei quotidiani lariani per pubblicizzare la prossima edizione di “Autunno in Barbagia”». Invitandolo in Sardegna: «Lo aspettiamo per fargli verificare di persona come sia stata infelice la sua battuta, su un tema in cui dimostra la propria incompetenza e un non sopportabile qualunquismo».

E se gli esponenti politici non ci sono andati leggeri, ben più pesanti sono alcuni commenti scritti ieri dai cittadini sui social. Parole del tutto fuori luogo, con riferimenti anche a familiari del sindaco.

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