Posteggio all’ex Stecav: i ruderi “protetti”
frenano il progetto

Tutto fermo Manca il via libera della Soprintendenza che lamenta la quantità di richieste dal territorio: «Parere ancora da formulare, per ora non ci sono date»

Sull’ex Stecav c’è l’intoppo della Soprintendenza.

Sono scaduti i termini per il parere atteso dalle Belle arti, ma l’ente che ha sede a Milano è oberato dalle richieste provenienti dal nostro territorio e quindi è in ritardo. Manca una data e non basta il silenzio assenso.

La situazione

La nuova amministrazione comunale si è da subito proposta di costruire, in fretta, una nuova area per la sosta nell’ex Stecav con almeno 350 stalli. Il parcheggio, è già deciso, sarà costruito e poi gestito da Csu, la società partecipata Como servizi urbani. Si tratta di un progetto già immaginato dalle precedenti giunte e mai davvero mandato in porto. Subito dopo le elezioni, a luglio, sindaco e assessori avevano organizzato un sopralluogo per avviare l’iter.

I vecchi capannoni in parte dismessi devono di fatto essere abbattuti. Solo che data la loro veneranda età è necessario il parere della Soprintendenza. Chiesta una valutazione sono trascorsi sei mesi e ancora manca una risposta. La scorsa settimana sono scaduti i termini di tempo previsti dalla normativa. I dirigenti comunali e l’assessore all’Urbanistica e alla mobilità Enrico Colombo venerdì hanno anche incontrato i funzionari della Soprintendenza, senza però ricevere l’atteso via libera. «Attendiamo un riscontro – dice Colombo - abbiamo anche scritto al Ministero per avere contezza».

Da Milano il soprintendente Giuseppe Stolfi descrive la pratica come «normale amministrazione» mentre rimanda per i dettagli alla responsabile della tutela monumentale e paesaggistica di Como, del lago e del triangolo Lariano Maria Mimmo. «Sappiamo che i termini sono scaduti e sappiamo che non basta il silenzio assenso – spiega Mimmo –. Il ritardo dipende dalle possibilità degli uffici, siamo oberati dalle richieste provenienti dal territorio. Dobbiamo procedere con la costruzione del parere e non ci sono ancora date». I capannoni in questione non si direbbero avere un qualche pregio artistico o un qualche interesse di natura storica e culturale. «Questo non lo decido io – ribatte Mimmo – ma una commissione di livello regionale formata dalle soprintendenze che deve stabilire l’importanza storica».

Banco Alimentare e Croce rossa

Nei mesi scorsi nel frattempo il Comune si è mosso per spostare ciò che era e ancora oggi è presente nelle rimesse dell’ex Stecav. Il Banco Alimentare ha già trovato a Camerlata una migliore sistemazione, mentre per alcuni mezzi della Croce Rossa, garantita ogni collaborazione con il Comune, l’amministrazione ha immaginato di sfruttare il pian terreno dell’autosilo Val Mulini. I metri quadrati ci sono, detto che l’operazione non è semplice e nemmeno immediata per via dialcuni servizi da realizzare, piccole opere da portare avanti in collaborazione di nuovo di Csu.

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