Puntuali gli aumenti, i treni no. Pendolari furibondi

Trasporti Le nuove tariffe sono entrate in vigore. «La Regione ha scelto di non farsi carico del rincaro. Paghiamo di più e il servizio resta quello di sempre»

«In un momento come questo, con l’inflazione alle stelle e tutti prezzi in aumento mentre gli stipendi sono in stagnazione, l’aumento dei prezzi dei treni rappresenta un’altra mazzata». Andrea Mazzuccotelli fa parte del Comitato viaggiatori Tpl Nodo di Saronno, osservatorio dal quale si occupa spesso anche della tratta comasca. «L’aumento dei prezzi dei biglietti - dice - scattato il 1° settembre, formalmente in ottemperanza di un automatismo legato all’incremento di due indici Istat, in realtà nasconde una volontà politica della Regione - dice - che non dà seguito da dieci anni alla riforma del trasporto, che prevede l’introduzione dei biglietti a tariffa integrata, ma non ha difficoltà ad adeguare puntualmente le tariffe transitorie. Gli aumenti vengono calcolati fiscalmente, senza tener conto di un contesto economico e sociale difficile. E teniamo presente che da anni Il Tpl di Como ha deliberato le tariffe integrate, ma la Regione non le ha mai approvate».

Non solo: «La Regione ha scelto quest’anno di non sterilizzare gli aumenti, cioè in pratica di non coprire con le proprie risorse la differenza. In passato erano state adottate queste politiche, che però ovviamente comportano un ingente impiego di denaro». Resta poi il tema della qualità del servizio: «Il punto non è solo il prezzo: il punto è che i biglietti aumentano ma il servizio resta il medesimo, con le stesse criticità».

È anche il punto di vista di un altro rappresentante dei pendolari comaschi, Ettore Maroni: «Prendiamo atto dell’aumento, ma il tema è quello della qualità del servizio. Lo ribadiamo da tempo: paghiamo anche, ma il servizio deve essere adeguato. Invece non è così, anche oggi ci sono state due soppressioni. All’azienda chiediamo più attenzione per gli utenti e speriamo sempre in un miglioramento delle prestazioni».

Dal 1 settembre le tariffe di Trenord sono aumentate per effetto della delibera regionale del 10 luglio: si tratta di un rincaro del 4,01%, mentre quello che ha interessato autobus, funicolari e funivie è del 4,81%. Il biglietto Como-Milano, per esempio, costava 4,80 euro nel 2019, 5 euro nel 2022 e 5,20 dal’inizio di questo mese. Aumenti relativi sul biglietto per la singola tratta ma che diventano significativi per i pendolari: sempre in riferimento alla tratta Como-Milano, l’abbonamento mensile di seconda classe costerà 87 euro, ne costava 84 fino ad agosto e 80 nel 2019.

Dal punto di vista tecnico l’incremento delle tariffe del trasporto pubblico non è una scelta dei gestori: è imposto dal regolamento regionale, che prevede un adeguamento ogni anno con decorrenza dal primo settembre. In caso di mancato adeguamento delle tariffe, la compensazione alle aziende di trasporto per i mancati incassi deve venire dall’ente titolare del contratto.

Come si calcola

Il calcolo degli aumenti deriva dalla media di due diversi indici Istat (indice dei trasporti e indice generale per le famiglie, impiegati ed operai), che ha generato una percentuale del 6,41% successivamente corretta sulla base di un algoritmo matematico che considera altri quattro parametri di qualità: pulizia, regolarità, frequenza e puntualità del servizio offerto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA