
Cronaca / Como città
Domenica 22 Giugno 2025
Raggirata dall’ex comandante. Assolte le figlie del maresciallo
Albate Con la madre erano accusate di aver riciclato i proventi illeciti. Il padre condannato a tre anni e 9 mesi per circonvenzione d’incapace
Como
Le colpe dei genitori non ricadono sulle figlie. E neppure quelle del marito sulla moglie. Una regola che non esiste per il Codice penale ma che, in questa circostanza specifica, sintetizza la sentenza che ha assolto - dopo anni di indagini e processo - le figlie e la moglie dell’ex comandante dei carabinieri di Albate, Domenico Pisani.
Le tre donne sono state riconosciute innocenti (perché il fatto non costituisce reato) dall’accusa di riciclaggio. Le donne (Maria Petragnani, 61 anni, Sabrina e Serena Pisani, 33 e 37 anni) erano finite a processo perché sospettate di aver fatto sparire, sui loro conti corrente personale, oltre 80mila dei centomila euro che l’ex maresciallo Pisani ha portato via, approfittando dei suoi problemi psichiatrici, a un’anziana di Albate.
La storia
La vicenda risale ormai a oltre dieci anni fa. Quando la pensionata, con notevoli disponibilità economiche, ha finito per regalare un’automobile, un Rolex, contanti per quasi 100mila euro e pure cene e vacanze termali a colui che all’epoca comandava la stazione dei carabinieri di Albate.
L’allora maresciallo aveva condiviso parte di questa generosità anche con i suoi superiori, arrivando addirittura ad offrire soggiorni a Montegrotto Terme all’allora prefetto Bruno Corda (che accettò l’oneroso regalo del maresciallo, ignaro della provenienza di quei soldi) e all’allora comandante provinciale, con la passione per i quadri e l’arte, Roberto Iervolino (pure lui aveva accettato l’ospitalità del sottoposto, ignaro della provenienza del denaro). Per questa vicenda Pisani è stato condannato in via definitiva a 3 anni e 9 mesi di carcere, per il reato di circonvenzione d’incapace.
La Procura di Como mise sotto indagine anche la moglie e le figlie perché buona parte del denaro contante passò attraverso i loro conti corrente. Nel corso della requisitoria il pubblico ministero (Giulia Ometto) ha chiesto la condanna a 3 anni per la moglie e a due anni per ciascuna delle figlie. Il Tribunale, come detto, ha assolto tutte le imputate in quanto, verosimilmente, ha ritenuto che non ci sia la prova di dolo nel loro comportamento.
La difesa
L’avvocato difensore, Walter Gatti, nella sua appassionata ha sottolineato la centralità della «conoscenza dello stato di deficienza psichica» dell’anziana vittima di circonvenzione, da parte dei famigliari dell’ex comandante.
L’avvocato Gatti ha sottolineato il fatto «che anche nel processo “presupposto” (ovvero quello che si è concluso con la condanna a carico di Domenico Pisani ndra) non è stato fatto tesoro del ragionevole dubbio e vi sono state forzature indiziare, in una vicenda sgradevole, nella qual la famiglia Pisani ha patito la posizione di capro espiatorio».
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