( foto cusa)
L’intervista al sindaco «Niente dietrofront sui tavolini. Le scuole? Io le sistemo. Chi vuole classi con otto studenti è un sociopatico»
Como
Dice che il 2025 è stato l’anno più duro e che il 2026, l’ultimo prima delle elezioni, sarà quello delle “coccole”. Il sindaco Alessandro Rapinese fa un bilancio tra voti, promesse, polemiche e futuro.
Della resilienza.
Inteso come la capacità di assorbire urti senza rompersi. Sia per i miei assessori che per i miei consiglieri è stato un anno durissimo, ma siamo arrivati alla fine più forti di prima.
Non è la quantità che importa.
L’anno più duro perché ho messo in riga una città arruffata, abbiamo messo mano allo statuto, al regolamento del consiglio, a quello dei cimiteri e chi più ne ha più ne metta, mai pensando al consenso ma solo al futuro della città che amiamo. Sui grandi temi ride bene chi ride ultimo. E di sicuro in faccia, tra chi ha governato in passato, non può ridermi nessuno.
Lei li chiama così, io li chiamo temi da risolvere. Per non avere polemiche potrei chiudermi in ufficio ascoltando la mia musica preferita e far passare il tempo prendendo in giro i cittadini con larghi sorrisi come avveniva in passato, ma questo non sono io. Quale tema la giunta Rapinese in tre anni non ha toccato? Abbiamo messo mano a tutto e in maniera pesante, è normale e legittimo che non siano tutti d’accordo, ma la cosa più importante per me non è essere applaudito, ma, lo ripeto, il mio compito è sistemare la città. Anche se questo comporta una perdita di popolarità. Tanto tra qualche anno i meriti mi verranno riconosciuti. E sarò un vecchietto felice...
Infatti. E sono molti quelli che abbiamo risolto. L’altro giorno ci è arrivata la certificazione incendi di Casate, i lavori nelle scuole stanno andando avanti: la Foscolo, Sagnino, Lora e Rebbio tirate a nuovo ed a breve saranno a norma. Abbiamo fatto tantissime opere, ma non sono queste, che nessuno ha mai fatto prima, che creano il dissenso. Il dissenso è quando metti mano ai bassi interessi di comodità come avere una scuola cento metri più vicina oppure avere il parcheggio esattamente sotto casa senza pensare alla rotazione e al benessere di tutti.
Semplicemente non capiscono il vantaggio nell’avere meno scuole ma a norma. Chi vuole scuole aperte con otto bambini per classe come a Ponte Chiasso e in via Perti non può che essere un sociopatico. Chiudere la Corridoni, invece, è per mettere in sicurezza il sistema. Altrimenti ci vedremo a breve costretti a chiudere altre scuole in periferia.
Questo è curioso perché sono l’unico sindaco che sta sistemando le scuole e per loro sarei quello che odia i bambini. Siamo alla follia. Semplicemente sono un sindaco che non ama il quieto vivere, ma che intende il proprio mandato come un’occasione straordinaria per dare una bella sistemata alla città soprattutto arrivando dove i pusillanimi dei partiti non hanno mai avuto e mai avranno il coraggio di intervenire.
Abbiamo eliminato alcune sacche di posti bianchi disordinati e non organici. Diventavo pazzo nel vedere la parte bassa di via Petrarca occupata da pendolari e lo stesso per piazzale Gerbetto. Villa Olmo e la tangenziale di certo non erano posti utilizzati prevalentemente dai residenti e, per quanto riguarda i pendolari, imparino ad andare in Val Mulini perché la mattina i bus ti portano in città in due secondi. So quello che abbiamo fatto e, come al solito, finita la transizione lo capirete anche voi.
Tutti quelli senza box per la prima volta hanno avuto l’opportunità di avere un posto auto comunale e con la tariffa vulcano sarà più facile per loro trovarne uno libero.
Li stiamo facendo ovunque.
Muggiò, Camerlata...
Tutto fermo lo dice lei e probabilmente proprio mentre lei non vede nulla in superficie, lontano dai riflettori si stanno compiendo le azioni per far sì che possa essere la volta buona.
Davvero finisce tra un anno? Quindi torneranno “quelli bravi”? Allora siamo a posto, sistemeranno tutto loro.
Il mio scopo è procedere e dare il massimo e farli approvare dal consiglio, poi se le cose sono fatte bene vanno avanti con le loro gambe.
Prima di poter tornare in Regione ci sono alcune procedure da completare. Fermi lo sa benissimo ma a Fermi non dico niente perché avremo una campagna elettorale per dirci un sacco di belle cose.
No.
Questo dipende dal consiglio comunale, ma il 29 dicembre (domani, ndr) diventerà legge.
Io e Ciceri abbiamo già parlato abbastanza e ci siamo anche capiti bene. La giunta potrebbe presentare un emendamento che ora non dico, ma sulle tempistiche non transigo. Il 2025 era l’anno delle turbolenze pianificate e non intendo portarmi i tavolini nel 2026.
Molti pensano che io sia matto, ma non lo sono. Anzi. Ogni azione che avrebbe creato dissenso è stata scientemente voluta. E ora voglio che le turbolenze finiscano. Per fare ordine prima devi fare disordine.
Accanito? A me i ciliegi di via Venti piacevano pure, ma contrariamente ai partiti credo molto nella scienza e nei tecnici e rispetto il loro lavoro e non sarà certo un comitato capeggiato da Gaddi e contestatori seriali a farmi cambiare idea. E poi, chi sono io per mettere becco in questioni tecniche?
Negli uffici si dibatte molto sulla effettiva necessità di questo parere e ci sono validi e quotati servitori della Repubblica a Palazzo Cernezzi che ritengono non fosse dovuto. Poi che l’abbiano chiesto sono solo felice così anche la Soprintendenza si è comunque espressa.
Ripensamento vuol dire che io abbia voluto i peri. Io non ho mai neanche pensato a peri o ciliegi e non è un affare che mi riguarda. Dico solo che già sento i complimenti per come sarà bello quel viale con i peri, purtroppo è da tanto tempo che sono in pista e so distinguere a centinaia di chilometri un capriccio da una reale necessità. Quello che mi fa sorridere è che ormai a Como quando parli di umarell ti viene in mente Gaddi.
Per quanto riguarda Anac ne riconosco la fondamentale importanza e necessità. Detto questo, ho stima e fiducia anche nei miei uffici e qualunque cosa decideranno per me sarà la Bibbia. Faccio notare però che, contrariamente alle paratie, i campi da rugby sono pronti e idem l’anello per il pattinaggio.
Assolutamente no. Quello che mi interessa, ed è lo stesso per Ticosa e Muggiò, è che in questo mandato si finiscano le scartoffie facendo pronunciare definitivamente la politica. Tutto adesso è pronto, anche il team di stimatissimi professionisti che stanno ponendo la massima attenzione per non avere stop in futuro.
Avendo affrontato tutti i problemi più urticanti e avendo un po’ scombussolato tutta la cittadinanza ora è giunto il momento delle coccole.
Lo sa che lei è venale?
Ha detto sconti ai residenti? Sì. Ma saranno i forestieri a pagarli.
Per chi mi ha votato i miei modi erano noti e rispetto al Rapinese dell’opposizione mi sembra di essere diventato Obama. Nel 2026 non ci saranno temi così divisivi e prevedo un anno da “tenerone”.
Mi dò 2 come i mandati da sindaco che farò. All’opposizione 10. Quando mi ricapita un’opposizione così?
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