Rapinese sul Sinigaglia: «A Como la prima partita? Lo ritengo molto difficile»

L’intervista Sugli adeguamenti dello stadio necessari per la serie A il sindaco di Como dice: «L’obiettivo è giocare al Sinigaglia appena possibile, ottemperando a tutte le norme di legge, seppur derogate»

Sarà «molto difficile» che il Como possa giocare al Sinigaglia la prima partita in casa, ma l’obiettivo è «ottemperare a tutte le norme di legge, seppure derogate, il prima possibile». A dirlo il sindaco Alessandro Rapinese.

Partiamo dalla serie A e dallo stadio. Il questore ha dichiarato che «bisogna muoversi subito e bene» garantendo massima disponibilità. Il fronte comunale cosa sta facendo?

Innanzitutto ho avuto l’onore di poter vedere un paio di partite del Como di fianco al questore, che è un grande esperto e appassionato di calcio, e sono felice che in questo momento sia lui a seguire le procedure per la sicurezza dei cittadini. Dal canto nostro, continuerà quello che si è è iniziato a fare dal primo giorno del mio insediamento, ovvero i due ampliamenti dei posti (gli ultimi i mille in più, ndr) e le torri faro.

E qual è l’obiettivo da raggiungere?

L’obiettivo è giocare al Sinigaglia il prima possibile ottemperando a tutte le norme di legge, seppur derogate.

Pensare di giocare la prima partita in casa sarà difficile, giusto?

Francamente lo ritengo molto difficile. Evidentemente mi spiace parecchio, però questo periodo sarà cruciale e l’idea di poterci muovere come un sol uomo con la società, la figura cardine del prefetto e con il questore, lavorando bene come si è fatto fino a oggi ci consentirà di raggiungere l’obiettivo principale, cioé poter disputare al Sinigaglia il nostro primo anno di serie A, quello più duro. La verità è che mentre tutta la restante parte dei tifosi dal primo giorno in cui inizieremo a giocare in casa, pur con le deroghe, potrà godersi la magnificenza della massima serie, io e i miei uffici saremo già dal lavoro in previsione di quando queste deroghe scadranno e dovrà essere tutto a norma anche perché, con i debiti scongiuri, il progetto della società e il nostro, è che il Como diventi una presenza fissa nella serie A futura. La mole di lavoro attuale di questa amministrazione immagino non diminuirà per almeno un paio d’anni.

Ci sono contatti in corso con altre città per uno stadio alternativo?

Ci sono aspetti che competono al sindaco, altri alla società e altri ancora ad altri Enti e non sarò certo io a divulgare informazioni che non gestisco io. Ribadisco però con fermezza che ogni singolo Ente della Repubblica coinvolto sta lavorando alacremente per raggiungere lo scopo e dimostrare di essere, nel suo settore, di serie A.

Entro quanto tempo contate che la società presenti il progetto per l’adeguamento alla A?

Il lavoro è frenetico e i contatti assidui. Il pallino è nelle mani degli uffici del Comune di Como, proprietario dell’impianto. Uffici che sono già pronti per la Champions perché senza un dirigente (Luca Noseda, ndr) e una squadra di questa qualità non saremmo riusciti ad ottenere neanche i mille posti e le torri.

Si sta parlando di più posti nei distinti, ma c’è anche il problema della curva ospiti per ridurre il rischio di “infiltrati” in altri settori...

È evidente che anche i posti riservati agli ospiti devono aumentare.

Quali garanzie dà ai residenti?

Il Como è già stato in serie A e c’era molta più gente allo stadio quindi l’impatto sarà inferiore Stiamo parlando di un quarto di posti in più rispetto ai 7500 attuali. Il vero snodo sarà, nella progettualità del nuovo stadio, l’impatto viabilistico.

A proposito di nuovo stadio, gli adeguamenti rallenteranno il nuovo stadio?

Innanzitutto i comaschi sono felici che la loro squadra sia arrivata in serie A addirittura in anticipo rispetto ai piani. Se però penso ai miei capelli sicuramente la mia calvizie subirà un’accelerazione poiché il fatto che abbiano bruciato i tempi ci espone a un doppio sforzo: garantire la transizione con l’attuale impianto e poi pianificarne uno adeguato alla permanenza in serie A. Certo che se penso all’alternativa di rimanere in B fino alla realizzazione dell’impianto definitivo, dico “pazienza, i comaschi avranno un sindaco pelato”...

Il vincolo della Soprintendenza non rischia di far perdere una grande occasione?

Assolutamente no. La Soprintendenza svolge il suo prezioso compito e le parti tutelate sono già ben note al nostro ufficio tecnico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA