
Cronaca / Como città
Lunedì 13 Ottobre 2025
Regione sui parapetti del lungolago: «Il sindaco li vuole? Allora li progetti lui»
Como Rapinese incalza e l’assessore Sertori replica: «Se dipendesse da me non metterei nulla: il lungolago è già bello così. Ma la Regione si impegna a stanziare i soldi necessari»
Per la Regione è arrivato il momento di scrivere, almeno per quanto li riguarda, la parola “fine” al cantiere delle paratie e dell’annesso nuovo lungolago.
Sia dal punto di vista della realizzazione dell’opera antiesondazione (sono stati ultimati anche i collaudi), che per quanto riguarda l’eventuale realizzazione dei parapetti che, da Milano, lasciano nelle mani del Comune di Como mettendo a disposizione la necessaria dotazione finanziaria (nel 2022 era stato ipotizzato un importo pari a 1,7 milioni di euro).
A dirlo con chiarezza e in risposta alle parole del sindaco Alessandro Rapinese che, venerdì sera in diretta su Etv aveva buttato la palla a Milano («Dovrebbe – ha detto rivolgendosi alla conduttrice - chiamare Regione perché noi non abbiamo il budget, non abbiamo i soldi, non abbiamo la competenza, non abbiamo nulla. È evidentemente Regione Lombardia che deve intervenire») è l’assessore regionale a Risorse idriche ed Enti locali Massimo Sertori.
«Tentativo non soddisfacente»
«Il presidente Maroni (nell’ottobre del 2016, ndr) - dice Sertori - dopo aver preso atto che il Comune non era in grado di proseguire nella realizzazione dell’opera aveva deciso di prendere la questione paratie in carico direttamente. L’ha fatto lui, noi abbiamo proseguito e ora sono molto contento di aver portato tutto a compimento. Per quanto riguarda i parapetti se dipendesse da me, come ho già detto più volte, non metterei nulla perché il lungolago è a mio avviso più bello senza e non c’è alcun obbligo di mettere le protezioni, come avviene del resto in diversi altri laghi e aggiungo che si possono togliere anche quelli provvisori poiché non ci sono norme che li impongono. Noi abbiamo fatto un tentativo, ma non è un mistero che pur procedendo in base a quanto progettato in accordo con la Soprintendenza, il risultato del prototipo (bocciato da tutti, Soprintendenza inclusa, ndr) non è stato per nulla soddisfacente».
«Nessun obbligo di farli»
Poi chiarisce ulteriormente: «La mia posizione è nota, ma il sindaco ha detto che vuole i parapetti. Io non contesto la sua decisione, ma a questo punto credo sia meglio che sia il Comune, che si è occupato dell’arredo della passeggiata, a scegliere il modello con la Soprintendenza. Come Regione garantisco e metto a disposizione le risorse economiche, ma dovrebbe essere la città di Como a scegliere come completare il lungolago. Che senso ha che lo faccia Milano? Avevo un cantiere da portare a termine e l’ho fatto, non sono l’assessore ai parapetti...».
Tradotto: se il sindaco vuole le protezioni ne segua la progettazione (dalla Soprintendenza è arrivato un ok di massima al ritorno ai timoni storici) e la realizzazione, mentre i soldi arriveranno dalla Regione.
Il tema è lo stesso già emerso nel luglio scorso, ma da allora non sono stati fatti passi avanti e, anzi, da Milano riferiscono di non avere più avuto interlocuzioni a riguardo con il Comune. Non solo, Sertori va oltre: «La seconda questione riguarda l’opera. Regione Lombardia ha concluso il cantiere e sono stati fatti anche i relativi collaudi e adesso dobbiamo e vogliamo consegnare l’opera al Comune che se ne dovrà fare carico. Come si fa tra amministrazioni bisogna sedersi attorno al tavolo e concordare tutti gli aspetti, ma avendo concluso i collaudi per me i lavori sono finiti. Non abbiamo obblighi normativi di fare i parapetti e tutto quello che era possibile fare l’abbiamo fatto. Si può pensare, se il sindaco vuole, a mettere protezioni solo nella zona attigua alla biglietteria, siamo disponibili a valutare anche questo e a dare i soldi come previsto, ma adesso dobbiamo mettere la parola fine».
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