Ritardi e dubbi sui vaccini ai bimbi
«Per il momento non si sa nulla»

Como: nessuna indicazione ai pediatri - Le mamme chiedono chiarimenti ma su tempi e sedi regna l’incertezza - Verrà data la precedenza alla fascia tra i 6 mesi e i 6 anni

Ogni mattina, da giorni, i pediatri comaschi ricevono decine di chiamate da mamme e papà. La domanda è sempre la stessa: vogliono sapere come e dove vaccinare contro l’influenza i loro figli. Ma i medici non hanno risposte e non sanno cosa dire. Dall’Ats e dalla Regione non hanno ancora ricevuto indicazioni.

Quel che è certo è che tutti i bambini dai sei mesi ai 6 anni rientrano nelle categorie che hanno la precedenza. Per loro il vaccino deve essere gratuito e garantito. A tale scopo la Regione ha acquistato 430mila dosi. Nel comasco i bambini interessati sotto ai sei anni sono in totale 33mila. Sono esclusi i bambini fino ai sei mesi in quanto già coperti dalla protezione materna e in mancanza di statistiche valide. La campagna vaccinale sui più piccoli dovrebbe iniziare tra la fine del mese e l’inizio di novembre. Occorre ricordare che rientrano nelle fasce a rischio anche i bambini con patologie croniche, che dovrebbero essere vaccinati per primi, da metà ottobre.

Sedi ancora da definire

Quest’anno la Regione ha acquistato una fornitura di vaccini spray per l’età pediatrica. Questo vaccino evita ai piccoli il trauma della puntura. E’ nasale, è adatto tra i 24 mesi e i 18 anni. Sotto ai due anni, invece, si farà come sempre il vaccino intramuscolare.

Nei bambini il vaccino dev’essere ripetuto dopo quattro settimane. Ma in molti casi il vaccino spray ha dimostrato la sua efficacia anche con una sola somministrazione. Quindi i pediatri sperano di poter risparmiare molte dosi e allargare la platea dei bambini da coprire.

Tutti i pediatri salvo rare eccezioni consigliano a mamme e papà di vaccinare i loro bambini. Dai sei mesi ai sei anni, ma anche oltre. Solo che le dosi arrivate in Lombardia scarseggiano, al momento è possibile coprire solo le fasce con la precedenza.

Nelle ultime settimane l’Ats Insubria ha domandato ai pediatri quale percentuale di famiglie ha chiesto di vaccinare i figli. Ha domandato anche se intendono mettersi a disposizione per somministrare i vaccini, ricevendo 6 euro per ogni dose effettuata. Ma non è detto che tutti abbiano questa possibilità, perché gli ambulatori non hanno spazio o perché non hanno personale di supporto. Dunque l’Ats ha bussato alla porta degli enti pubblici. Una trentina di Comuni hanno messo a disposizione sedi per organizzare dei centri vaccinali. A Como l’amministrazione e l’Ats hanno effettuato sopralluoghi alle ex circoscrizioni di Lora, Albate e Sagnino. L’Ats valuta l’uso del San Martino in via Castelnuovo. Ospedali come il Sant’Anna hanno sempre partecipato alla campagna vaccinale, anche con gli ambulatori territoriali. Valduce e villa Aprica gli scorsi anni effettuavano la vaccinazione antinfluenzale.

Regione, gare deserte

Detto dei bambini, si parla in queste ore di alcuni bandi per le forniture di vaccini andati deserti. L’assessorato regionale al Welfare risponde che comunque le dosi già acquistate basteranno a coprire le fasce a rischio. Quindi da metà ottobre i pazienti cronici, tra fine mese e inizio novembre gli over 65, il personale sanitario e i bambini sotto ai 6 anni, in seguito le persone tra i 60 e i 64 anni.

Ci saranno problemi dunque per il resto della popolazione, tutte quelle persone che in genere acquistavano le dosi in farmacia. Alle farmacie verranno consegnate poche dosi.

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