Cronaca / Como città
Sabato 15 Novembre 2025
Rivolta al Bassone. Agente picchiato per rubargli le chiavi
Carcere I primi provvedimenti dopo l’emergenza. Una trentina di detenuti trasferiti tra ieri e lunedì. Il detenuto si è ferito tentando di passare tra le sbarre
Como
Ha cercato di rubare le chiavi a un agente per poter far uscire dalla sezione i detenuti e raggiungere i rivoltosi di un’altra area del carcere. Per farlo prima a preso a pugni un uomo della Penitenziaria (ricoverato in ospedale con la frattura del setto nasale e 30 giorni di prognosi), quindi ha tentato di passare attraverso le sbarre dov’è rimasto incastrato. E lì si è causato dei traumi che l’hanno fatto finire in ospedale.
Con il passare delle ore si fa più chiara la dinamica della rivolta nel carcere del Bassone che, dal tardo pomeriggio di giovedì, ha messo in allerta tutte le forze di polizia oltre ai mezzi di soccorso non solo di Como. Il bilancio finale parla di sei agenti rimasti contusi: oltre a quello più grave, con 30 giorni di prognosi, un altro ha riportato traumi con prognosi di sette giorni i restanti quattro contusioni senza grosse conseguenze. Oltre a loro ferito anche un detenuto: sembrava grave, ieri gli esami al Sant’Anna hanno escluso conseguenze serie.
Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria è ora a caccia dei responsabili della rivolta, che ha visto il coinvolgimento attivo di una sessantina di detenuti in due differenti sezioni della Casa circondariale comasca, dove sono rinchiusi oltre 150 uomini. I responsabili della rivolta hanno distrutto le telecamere interne alle due sezioni, rendendo più difficile accertare le colpe. In ogni caso già ieri sono cominciati i primi trasferimenti dei più esagitati in altre carceri: entro lunedì dovrebbero essere una trentina i detenuti destinati a finire altrove.
La dinamica della rivolta
Tutto è iniziato poco dopo le 16. Una rivolta che nulla ha a che fare con il tentativo di evasione del mattino, quando durante l’ora d’aria un uomo era corso verso la recinzione provando ad arrampicarsi (tentativo di evasione quantomai velleitario, per chi conosce la geografia del carcere). In ogni caso un gruppo di detenuti nordafricani, che pretendevano di poter girare liberamente tra sezioni differenti del Bassone, hanno iniziato una sorta di protesta. Ma, sospettano gli agenti penitenziari, quello non era che il segnale per dare il via alla rivolta.
I due agenti in servizio in uno dei settori coinvolti dagli scontri si chiudono sulle scale di passaggio tra le sezioni. Un giovane detenuto di 24 anni riesce, incredibilmente, a infilarsi tra le sbarre e a raggiungere uno dei due agenti. Lo colpisce selvaggiamente a pugni (fratturandogli il setto nasale) per rubargli le chiavi e consentire così di aprire le porte della sezione. L’altro agente lo raggiunge e impedisce il passaggio delle chiavi agli altri carcerati. Il giovane si infila nuovamente tra le sbarre e lì resta incastrato: lo libereranno i Vigili del fuoco alcune ore dopo. Ricoverato, come detto, è fuori pericolo.
Tra gli agenti medicati in ospedale, anche uno rimasto lievemente intossicato per le esalazioni di fumo causate dal rogo appiccato da un altro detenuto.
Le reazioni
A riportare la calma i reparti speciali del Gruppo intervento operativo della Penitenziaria. «Bisogna restituire al personale di Polizia penitenziaria, civile e sanitario sicurezza e dignità lavorativa» commenta Giovanni Savignano, segretario provinciale della Fns Cisl, che chiude anche «il trasferimento di almeno 100 reclusi» presso altre carceri, anche per alleggerire il peso del sovravvollamento.
«Soltanto lunedì - denuncia Umberto Di Stefano, dell’Unione sindacati di Polizia penitenziaria - avevamo incontrato al Bassone il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro al quale avevamo rappresentato tanto le criticità quanto i timori. Quanto accaduto poteva essere prevenuto».
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