Rsa, la Regione congela le rette e ci mette 90 milioni

Sanità In cambio dei fondi le residenze del territorio dovranno evitare di ritoccare i prezzi per un anno. Sono circa 1.500 le famiglie in attesa di un posto letto

La Regione aumenta di 5,3 euro al giorno le tariffe alle Rsa per gli ospiti più fragili, ma in cambio impone alle residenze più costose il blocco delle rette chieste alle famiglie.

Ieri l’assessorato regionale al Welfare ha presentato l’ultima delibera approvata dalla giunta in materia di residenze dedicate alla terza età. Si tratta di un ingente finanziamento, pari in totale a 90,3 milioni di euro.

La rete «deve reggere»

Di questi oltre 40 milioni si concentrano sull’aumento delle tariffe riconosciute alle Rsa per l’assistenza fornita agli ospiti più fragili, con gravi problemi cognitivi e di alimentazione. Una utenza sempre più presente nelle case di riposo che rappresenta il 36% sul totale degli anziani accolti dalle strutture. La quota giornaliera sale così di 5,3 euro al giorno. Altri 11 milioni di euro per la stessa tipologia di ospiti viene invece destinata alle residenze per disabili e ai centri socio sanitari. Sempre le Rsa beneficeranno di 30 milioni per il sostegno della spesa farmaceutica.

«In cambio però chiediamo un blocco sugli aumenti delle rette – ha detto l’assessore Guido Bertolaso –, una mitigazione necessaria per venire incontro alle famiglie. Con un meccanismo che guarda solo alle Rsa che hanno dei mensili superiori al 2% rispetto alla media dei costi calcolati all’interno delle singole Ats».

Significa che le Rsa di Como e Varese se hanno una retta superiore al 2% rispetto alla media del nostro territorio e se vogliono beneficiare dell’aumento delle tariffe disposto dalla Regione, allora devono congelare qualsiasi ritocco per almeno un anno. «La forbice delle rette minime e massime è molto varia – ha detto il direttore generale del Welfare regionale Giovanni Pavesi –, dipende dai territori e dalle strutture. In Brianza vanno da 58 a 155 euro al giorno, in Val Padana da soli 27 fino a 70. Vorremmo omogeneizzare questo mercato, affinché non ci siano troppe disparità. Ma il nostro vero obiettivo è aiutare le famiglie, molte non riescono a sostenere le spese. La rete delle Rsa invece deve reggere. I costi sempre più gravosi e la carenza di personale non devono portare allo sfascio questo fondamentale servizio».

Le liste d’attesa

In termini assoluti a Como e provincia la retta minima tra tutte le Rsa contrattualizzate è pari a 55,2 euro al giorno (quindi circa 1.700 euro al mese), quella massima 122 euro (3.800 euro al mese). Dall’ultimo aggiornamento pubblicato a inizio mese dell’Ats Insubria emerge che su 3.895 letti a contratto per non autosufficienti a disposizione nel Comasco, le richieste in lista d’attesa sono addirittura 4.039. Scremate le domande doppie e triple circa 1.500 famiglie non trovano posto. Pur avendo necessità di risposte in fretta date le condizioni sempre più fragili degli anziani bisognosi di un ricovero impossibili da gestire a domicilio. E così solo chi può permettersi di pagare le rette più alte riesce a trovare subito una sistemazione. Purtroppo però una pensione media quasi sempre non basta.

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