Ruth, dal Congo all’Insubria: «Voglio curare la mia gente»

La storia Accolta a Como, è iscritta a Scienze del turismo ma il suo sogno è medicina

Ruth Nzimbu ha 21 anni, è originaria del Congo e studia a Como con un sogno nel cassetto: terminare l’università e tornare nel suo Paese per aiutare chi è in difficoltà. Due anni fa si è lasciata tutto alle spalle e, grazie ai sacrifici della mamma, è riuscita a raccogliere il denaro sufficiente per affrontare il viaggio verso l’Italia. A Como si è iscritta all’Insubria, facoltà di Scienze del turismo, e ora è all’ultimo anno. Sa già che il suo percorso non si fermerà qui, perché il desiderio è un altro: ottenere anche una laurea in ambito medico, per poi portare un aiuto concreto nella sua terra, dove l’accesso alla sanità è tutt’altro che scontato. In Italia ha il solo appoggio di uno zio, perché tutta la sua famiglia è rimasta in Congo: la nostalgia è tanta e, a volte, è difficile per lei trattenere le lacrime, ma Ruth è motivata a raggiungere il proprio traguardo.

Nei giorni scorsi ha anche ricevuto la “Valigia della speranza” dalla Casa della Giovane, progetto di rete delle case di accoglienza attraverso il quale si dona un contributo a chi ha necessità per centrare obiettivi di vita. Ruth ha trascorso alcuni mesi come ospite proprio della struttura di via Borgovico, poi si è spostata nel collegio universitario di Santa Teresa, dopo aver vinto una borsa di studio.

«Nel mio Paese ho studiato fino alle superiori e poi ho fatto due anni di medicina – racconta Ruth – le possibilità però in Congo non sono molte e così, grazie ai sacrifici di mia mamma e uno zio che vive qui, sono partita. Da maggio a ottobre ho vissuto nella Casa della Giovane, sono stati tutti molto accoglienti con me, una bellissima esperienza e non mi dimenticherò mai di quello che hanno fatto. È difficile vivere senza la mia famiglia, all’inizio piangevo per la distanza ma non avevo altra scelta, ora sono cresciuta e va meglio, anche se c’è la nostalgia».

Ruth aveva iniziato a studiare medicina in Congo, ma all’Insubria ha scelto turismo: nonostante avesse frequentato un corso d’italiano prima di partire, sarebbe stato difficilissimo affrontare subito quella facoltà, ma ora si sente pronta. «Mi trovo bene, ma il mio sogno è un altro - ammette la ragazza - dopo questa laurea, proverò a fare il test per farmacia o medicina, poi voglio tornare in Congo. Qui se non ti senti bene vai dal medico, là non funziona così: si può andare in ospedale, ma la salute non è garantita per tutti, voglio aiutare proprio quelle persone».

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