San Francesco, i clochard non ci sono più
FdI punge la Lega: «Volevano le grate...»

Fratelli d’Italia rivendica il risultato e attacca l’alleato per la linea tenuta nei mesi scorsi - Il Pd: «Il dormitorio chiuderà e tornerà il problema». Rapinese: «Si poteva sgomberare mesi fa»

Como

Sotto ai portici di San Francesco da diversi giorni non ci sono più senzatetto. Ma la politica, in primis i partiti di maggioranza, litigano e se ne intestano il merito, mentre le minoranze chiedono interventi definitivi.

Con l’emergenza freddo attivata in via Borgovico e in piazza San Rocco, i dormitori comunali e parrocchiali hanno accolto i senza fissa dimora. Anche sotto ai portici del Crocifisso non se ne vedono più.

LaCaritas però ha già avvertito che a fine marzo, quando l’ex caserma messa a disposizione dalla Provincia chiuderà, il problema potrebbe tornare reale. Di questa questione Como discute da anni senza soluzioni. Nell’estate del 2019 Palazzo Cernezzi ha votato a maggioranza per istituire un nuovo centro d’accoglienza. La giunta a trazione leghista ha a lungo atteso, ha proposto di installare delle grate a San Francesco salvo poi fare dietrofront spiegando che l’emergenza è ormai risolta.

L’assessore alla Sicurezza Elena Negretti e la collega ai Servizi sociali Angela Corengia, nell’ultima commissione consiliare, hanno sottolineato l’opera di convincimento fatta nei confronti degli ultimi emarginati intenzionati a non abbandonare i marciapiedi, con tanto di trasferimento di una coppia che dormiva sotto al Pirellino.

Sabrina Del Prete, consigliere della lista civica Insieme che sostiene il sindaco, si è complimentata con gli assessori in aula. Al contrario il parlamentare di Fratelli d’Italia Alessio Butti su Facebook ha lanciato una frecciata agli alleati della Lega da sempre contrari a qualsiasi centro d’accoglienza. «I luoghi che fino a poco tempo fa esponevano materassi, tende, coperte e cartoni abitati da poveri cristi – ha scritto Butti – ora rappresentano luoghi ameni, decorosi, restituiti ai comaschi e alla città».

E ancora: «Eppure qualcuno non voleva un dormitorio controllato da Comune e forze dell’ordine, qualcuno preferiva spostare il problema altrove, anziché risolverlo, installando cancellate per impedire l’accesso a chi aveva eletto a domicilio proprio quei portici. Non hanno vinto i muscoli, ma l’intelligenza».

Per Matteo Ferretti, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, è stata una battaglia vinta in aula. «Bene non aver seguito la linea delle grata – ha detto il consigliere - bisogna proseguire su questa strada, per non ritrovarci ad aprile con gli stessi problemi».

In primavera e soprattutto in estate il tema è più stringente. Dai banchi del gruppo misto Ada Mantovani ha chiesto all’amministrazione di programmare e prevedere le necessità sulla grave marginalità che, inevitabilmente, si ripresenteranno tra qualche mese.

Tra marzo e aprile come detto è prevista la chiusura del dormitorio in via Borgovico messo a disposizione dalla Provincia. «Qual è la progettualità del Comune di Como per il futuro? - si è chiesto il capogruppo del Pd Stefano Fanetti - i locali messi a disposizione dalla Provincia non saranno disponibili anche l’anno prossimo. Vogliamo ritrovarci alla vigilia del prossimo inverno con i soliti problemi o possiamo aspettarci un dormitorio permanente?».

Per Alessandro Rapinese, capogruppo dell’omonima lista civica, invece, il Comune poteva «in 25 minuti» sgomberare San Francesco mesi e mesi fa.

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