Sanitari “no vax” in casa di riposo
«Basta attese, bisogna obbligarli»

Operatori e ausiliari non vaccinati, allarme dalle Rsa: «Si faccia rispettare la norma» - Sesana: «Ats ci chiede elenchi già forniti. E non c’è chiarezza su alcune figure professionali»

Obbligo vaccinale per i sanitari, le case di riposo ora incalzano: il tempo è scaduto.

Le residenze per anziani nel Comasco lamentano la mancata conclusione delle verifiche sugli operatori non vaccinati. Nelle case per anziani in più lavorano molti assistenti che non sono inclusi chiaramente nell’obbligo.

«Abbiamo fornito ormai quattro settimane fa gli elenchi di tutti i nostri operatori, ma ancora niente – dice Mario Sesana, responsabile a Como di Uneba, ente che rappresenta molte Rsa del territorio – erano compresi inizialmente tutti i lavoratori. Salvo che ora l’Ats ci ha domandato di nuovo i nominativi soltanto degli operatori socio sanitari. Li hanno già da tempo, comunque rappresentano una piccola parte rispetto a chi entra ed esce dai nostri reparti. Non figurano per esempio gli ausiliari socio assistenziali che pure sono la maggioranza. E’ un paradosso che abbiamo ribadito alla Regione. Il decreto fa espressamente riferimento ai sanitari, per infermieri e medici l’iter è completato, ma gli Ordini non ci risulta si siano mossi. I tempi previsti dalla legge sono ormai scaduti».

I sanitari non ancora coperti, senza concrete ragioni di salute, devono essere segnalati agli ordini e ai datori di lavoro. Il vaccino è un requisito essenziale senza il quale si viene demansionati in posizioni non a contatto con il pubblico oppure, quando è impossibile, scatta la sospensione senza salario.

«In realtà noi avendo vaccinato ospiti e personale internamente alla Rsa sappiamo bene chi non si è fatto vaccinare – fa notare Patrizio Tambini, presidente della Rsa Giuseppine – ma non possiamo per ragioni di privacy comunicarlo formalmente all’Ats. Comunque nei reparti entrano gli infemieri, ma anche gli operatori dei servizi, delle cucine e delle pulizie. Molti dei quali tra l’altro volevano fare il vaccino a febbraio, ma non sono stati inclusi subito nella campagna». E’ la Regione che con l’Ats deve incrociare i dati e scoprire chi non ha fatto il vaccino, le Rsa possono solo fornire gli elenchi con i nomi di tutti i lavoratori.

Anche la Ca d’Industria in città sottolinea come per molti lavoratori che frequentano ogni giorno le Rsa l’obbligo non sia affatto scattato. E, comunque, non è ancora davvero operativo dopo due mesi dall’entrata in vigore. Sono i direttori di queste strutture a riferire di conoscere diversi casi di dipendenti non ancora coperti. Una minoranza pur ristretta che però esiste. La principale preoccupazione delle residenze pr anziani è che queste persone possano nuovamente trasportare all’interno delle case di riposo il virus. Il vaccino ha messo al sicuro gli ospiti, resta però il dubbio con le varianti in circolazione e con dei possibili anziani su cui il siero non ha avuto efficacia. La legge va comunque applicata.

Certo c'è un problema relativo all’organico. Le Rsa pur sapendo che alcuni infermieri e operatori non sono vaccinati difficilmente riuscirebbero a farne a meno. Hanno gravi carenze di personale, faticherebbero a coprire i turni.

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