Schiacciati dai turisti. Ma secondo l’Istat a Como c’è ancora posto

Il caso Per rapporto abitanti-presenze il lago di Como è in fondo alla classifica delle principali località. L’esperto: «Il vero problema sono i servizi carenti»

Secondo l’Istat a Como c’è una scarsa pressione turistica. E per gli esperti il problema non è tanto il numero delle presenze, certo molto elevato, quanto piuttosto la carenza di servizi. Ed è la politica che deve intervenire.

L’ultimo rapporto annuale dell’Istituto nazionale di statistica, pubblicato pochi giorni fa , dedica una pagina ai “brand turistici”, a quei territori che attirano il maggior numero di visitatori. La premessa è che nel 2022 arrivi e presenze sono molto aumentati rispetto al 2021 e - scrive l’Istat - la destinazione Lago di Como conferma sostanzialmente i flussi registrati prima del Covid, nel 2019. Mentre già sappiamo che nel 2023 la tendenza oscilla tra un 20% e un 30% di turisti in più rispetto al 2022.

Tasso di ricettività

L’Istat però misura anche il “tasso di ricettività”, il numero di posti letto ogni cento abitanti. Il lago di Como nella classifica dei territori più turistici quanto a capacità di accoglienza figura tra gli ultimi posti, vicino al Salento, molto lontano dalla riviera romagnola o dalle Cinque Terre. Se guardiamo i 22 brand turistici esaminati, Como figura tra le località con valori più bassi, «ma comunque superiori alla media nazionale».

Un secondo indicatore preso in esame è quello della “pressione turistica”, il numero di presenze annue per abitante. Un indicatore che permette di valutare «l’impatto dei flussi sul territorio e sulla popolazione residente». Ebbene, anche in questo caso siamo sul fondo della classifica, niente a che vedere con il lago di Garda o con la Val Gardena. Come a dire che c’è ancora un margine di crescita significativa sul nostro lago, c’è “spazio”, e siamo solo all’inizio dell’ondata turistica.

L’opinione dell’esperto di turismo

L’Istat sottolinea poi che il nostro turismo si caratterizza per una presenza molto marcata di visitatori stranieri, oltre l’80% del totale (80,2 per la precisione), un dato in linea con il Garda, con Capri e il Chianti, e solo leggermente sotto le Cinque Terre.

Ma davvero abbiamo ancora spazio per accogliere americani, olandesi e via dicendo? «Una premessa – così esordisce nel commentare i dati Istat Gianluca Laterza, esperto di turismo e marketing, già referente di Tripadvisor nel Nord Italia e poi in forze a BeonX, una nuova compagnia del settore – il calcolo dei posti letto per turisti difficilmente comprende le tante case vacanza che sono esplose negli ultimi anni. Quanto alla pressione turistica, occorre calcolare la densità abitativa e quindi la vastità dei territori, guardando per esempio all’alto lago. Io piuttosto credo che la tenuta del turismo a Como si giochi tutta sui servizi».

«Como oggi - riprende Gianluca Laterza - vive un momento nuovo di difficoltà perché la massa di turisti si riversa sul territorio alla ricerca quasi sempre delle stesse cose e non è servita a dovere. Mancano in particolare i collegamenti, mi riferisco a bus, taxi e battelli. I visitatori stranieri sono arrabbiati. Ma questi problemi penalizzano anche i residenti. Il lago e la città sembrano incapaci di assorbire dei flussi così significativi di arrivi e di presenze». Le presenze, come noto, sono i turisti che si fermano, che dormono negli hotel. Gli arrivi invece sono i turisti che passano, transitano. E questa seconda categoria, più numerosa, è quella che crea maggiormente l’effetto imbuto.

«Deve intervenire la politica – aggiunge Laterza – scremando i flussi con una gestione dei prezzi utile a conquistare la fetta di mercato più conveniente, pronta a spendere. Ma soprattutto creando dei percorsi ad hoc. I visitatori in un certo senso non devono essere troppo liberi di muoversi. Devono potersi spostare agevolmente tra i punti più attrattivi, a loro dedicati. Come in un supermercato, dobbiamo organizzarci per far percorrere ai turisti un sentiero prestabilito. Alla fine, con soddisfazione, devono uscire con il carrello pieno».

Secondo Laterza la politica «non deve vantarsi dell’arrivo di milioni di turisti», ma deve gestire questi flussi «perché arricchiscano il territorio e non lo impoveriscano». Questa è la sfida del presente e del futuro.

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