Scuola da chiudere a Ponte Chiasso, ma il consiglio d’istituto nota «evidenti errori nel report comunale»

Scuole Il consiglio d’istituto Como Nord contesta il documento approvato da Palazzo Cernezzi - «A Ponte Chiasso disagio socio-economico. Spostarsi a Monte Olimpino? Non praticabile»

Non solo il parere del consiglio d’istituto Como Nord sul piano di riorganizzazione delle scuole cittadine proposto dal Comune, e che prevede la chiusura della primaria di Ponte Chiasso, è negativo ma l’analisi della situazione della scuola e del quartiere mette in luce «evidenti errori» commessi dall’amministrazione.

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I numeri del plesso

Si parla dalla relazione tecnica allegata da Palazzo Cernezzi al piano di chiusura di plessi scolastici in città, tra cui appunto la scuola elementare De Calboli: il consiglio della Como Nord, presieduto da Mirko Grisoni, nota «dati del tutto errati sul grado di occupazione della scuola». Fa poi riferimento ai dati presentati dalla giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese, secondo cui lo scorso anno scolastico la scuola di Ponte Chiasso ha avuto 53 iscritti su 175 posti disponibili e per il 2026/2027 la previsione è di 52 iscritti.

Ma il consiglio contesta il totale di 175 posti disponibili in quanto non terrebbe conto dei reali spazi dell’immobile scolastico, al cui interno oltre alle classi si trovano uffici amministrativi di tutto l’istituto comprensivo, locali di supporto come la sala riunioni,i magazzini per i materiali di tutte le scuole dell’istituto, l’infermeria, l’archivio della scuola e dell’istituto, l’aula magna, la mensa e la biblioteca scolastica.

Si tratta di una biblioteca aperta a tutti i bambini del quartiere di Ponte Chiasso di età compresa tra i 3 e 12 anni. La biblioteca è stata inaugurata a maggio ma è funzionante già da gennaio: «Con la sua chiusura - scrive il consiglio- verrebbe meno un luogo di aggregazione per le famiglie, per un quartiere di periferia ad alta densità di stranieri e caratterizzato da forte disagio economico-sociale». Si sottolinea che la scuola per realizzarla ha ottenuto finanziamenti sia dal ministero della Cultura che dal ministero dell’Istruzione e del Merito. Anche il tema dei finanziamenti è sentito: i membri del consiglio elencano i fondi ottenuti dalla scuola primaria di Ponte Chiasso negli ultimi tre anni e che, se la chiusura annunciata dal Comune si avverasse, costituirebbero «uno spreco di denaro pubblico».

Sono 115.500 euro del “Piano Scuola 4.0” del Pnrr, per la creazione della biblioteca stessa e di laboratori e altri 67.669 euro arrivano da ulteriori fondi europei. Il consiglio evidenzia anche i lavori di manutenzione attuati negli ultimi tre anni dal Comune stesso sulla scuola ora in chiusura, tra cui quelli per sistemare il tetto della palestra, ristrutturarne gli spogliatoi e i bagni di tutto l’edificio.

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La difficile alternativa

Infine, si cita la soluzione pensata dalla giunta per i 53 studenti della De Calboli: la proposta è quella di trasferire le loro classi nella scuola Massina di Monte Olimpino. Soluzione giudicata dal consiglio «non praticabile» per altri «evidenti errori di calcolo sul grado di occupazione» della scuola di Monte Olimpino. Il consiglio ricorda infatti che alla Massina si trovano anche i bambini dell’asilo di Ponte Chiasso, chiuso con l’obiettivo di trasferirne le sezioni in via Amoretti dove però i lavori di ristrutturazione risultano al consiglio non ancora avviati, con una soluzione «d’urgenza che ha creato alla Massina una «situazione precaria e inadeguata a soddisfare le esigenze didattiche dei bambini, soprattutto se disabili». Difficile, insomma, immaginare di aggiungere a queste difficoltà anche il trasferimento nello stesso plesso di altri 53 studenti.

A questo si aggiungono le difficoltà di spostamento da Ponte Chiasso a Monte Olimpino: l’unica strada disponibile, spiega il consiglio, è via Bellinzona. Una strada «con grado elevato di traffico per il flusso tra Italia e Svizzera e altamente pericolosa», tanto poter aumentare «l’abbandono scolastico, tenuto conto che gli alunni di Ponte Chiasso sono in prevalenza stranieri».

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